L’amministrazione Trump ha attaccato la comunità LGBTI sin dal primissimo giorno di insediamento. Andando a contarle tutti, siamo oltre i 100 attacchi, come riportato dalla GLAAD.
Una vera e propria ossessione nei confronti delle persone omosessuali. Il Trump Accountability Project (TAP) ha registrato 101 attacchi in poco più di 800 giorni. Pallottoliere alla mano, praticamente uno a settimana. Il tycoon, si è spesso soffermato sulle persone transgender, coinvolte in polemiche assurde nel corso degli ultimi due anni. Prima i famosi ‘bagni’, da assegnare solo e soltanto in base al sesso anagrafico, poi il divieto militare.
Zeke Stokes, Chief Program Officer di GLAAD, ha duramente attaccato la Casa Bianca:
C’è una sistematica e sinistra eliminazione delle protezioni e delle politiche LGBTQ da parte di questa amministrazione. Ora più che mai, è fondamentale che gli americani LGBTQ e le comunità emarginate facciano sentire la propria voce, raccontando le proprie storie. La comunità LGBTQ non si nasconderà, non saremo messi a tacere.
Il mese scorso, i dipendenti del Dipartimento di Giustizia hanno scritto una lettera al Procuratore Generale William Barr, riguardante proprio il trattamento dei dipendenti LGBTI nel dipartimento. La lettera descriveva un clima depressivo da parte dello staff LGBTI. Diversi dipendenti LGBTI si sarebbero anche dimessi, a causa del clima poco cordiale nei loro confronti.
La speranza democratica si affida ora a Pete Buttigieg, sindaco apertamente gay di South Bend, nell’Indiana, candidatosi alle primarie per la Casa Bianca e decollato nei sondaggi. Anche altri candidati democrativi, vedi Cory Booker, Kamala Harris e Bernie Sanders, sono dichiaratamente al fianco della comunità LGBT. Un anno e mezzo e il regno trumpiano potrebbe cadere. Bisogna solo aspettare.
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