Si chiama Fabio Macioci, 46 anni, di Roma. Quattro aggressioni confermate, ma forse sono molte di più. La prima denuncia è arrivata a maggio dello scorso anno, e poco è stato arrestato. Ora, il pm che si occupa del caso ha richiesto la convalida del fermo. A riconoscerlo e ad accusarlo le sue vittime, le quali sono state narcotizzate, violentate e infine rapinate. Attraverso alcune applicazioni per incontri, organizzava un appuntamento presso l’abitazione del ragazzo. Arrivato a casa, utilizzava il GHB, chiamata anche droga dello stupro, per narcotizzare il malcapitato. Sfruttando questa particolare droga, lo stuprava per poi legarlo o chiuderlo in una stanza. E ripuliva la casa di qualsiasi oggetto di valore, compresi telefoni, computer e addirittura auto.
Tutto è iniziato lo scorso maggio. La denuncia arriva da uomo, che seminudo è riuscito ad avvertire il vicino, il quale lo ha fatto entrare dalla finestra. Recatosi al commissariato di Porta Maggiore a Roma, ha raccontato agli agenti che l’uomo, Macioci, lo aveva drogato e legato. Dopo aver abusato di lui, lo aveva chiuso in bagno. Dalla finestra della stanza, era riuscito a vedere l’uomo mentre se ne andava con la sua auto. Dopo un incidente con l’auto rubata, l’uomo era fuggito, ma la Polizia era già sulle sue tracce grazie alla testimonianza di alcuni presenti. Quando ha acceso il computer rubato alla vittima, gli agenti hanno localizzato il segnale, arrivando sul posto indicato dalla mappa. E’ la casa dei genitori dell’uomo. Lui non c’è ma gli inquirenti ritrovano il bancomat, uno zaino e dei soprammobili di valore della vittima. Le indagini portano gli agenti a un b&b dove si era rifugiato, con immediato arresto. L’uomo riesce però a fuggire dal commissariato, gettandosi da una finestra. La sua fuga dura poco, perché il 13 maggio è stato nuovamente arrestato. In carcere, attende di comparire davanti al gup.
Il passato di Macioci, lo stupratore seriale di Roma
Fabio Macioci, una volta portato in commissariato e arrestato, viene identificato. E gli inquirenti scoprono diverse cose sul suo conto. La sua fedina non è pulita, anzi. Rimesso il libertà da circa un anno, aveva passato diversi anni in prigione per rapina aggravata. E’ da questo particolare che gli agenti iniziano a indagare più a fondo, scoprendo diverse vittime, adescate con lo stesso modus operandi. Narcotizzate, stuprate e derubate. Le sue prime rapina avvengono nel 2009, sempre a danno di omosessuali. La polizia lo aveva fermato nel febbraio di 10 anni fa, poco prima che aggredisse l’ennessima vittima.
La sua ultima vittima, l’uomo che lo ha denunciato a maggio, ha affermato che prima di narcotizzarlo lo aveva accusato di aver ripreso il loro rapporto. Lo avrebbe quindi picchiato, costretto ad avere altri rapporti sessuali e infine ricattato, fingendo di aver filmato tutto l’incontro. In questo si sarebbe fatto dare il bancomat e il pin. Agli agenti, Macioci invece ha affermato che si era portato via il computer per cancellare eventuali foto. Non ha però spiegato l’incidente e i prelievi con il bancomat.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.