Dopo due giorni di animate discussioni, con la gran parte delle associazioni pronte a dare battaglia contro il ddl Cirinnà intenzionate a chiederne il ritorno al Senato pur di evitarne l’approvazione e con la sola Arcigay ad avere posizioni diverse ma di fatto isolata, è stata lanciata la piattaforma politica della manifestazione convocata nella grande piazza del Popolo il prossimo 5 marzo “Ora Basta: l’Italia laica alza la voce“.
La piattaforma non contiene alcun accenno alle unioni civili e quindi, volutamente, a causa delle divisioni interne, non contiene né giudizi positivi né negativi: obiettivo della manifestazione, dicono gli organizzatori, è il matrimonio egualitario e una legge sulle adozioni. “Basta compromessi al ribasso sulle nostre vite”, è uno degli slogan, ed ancora: “Non abbiamo aspettato 30 anni per un testo di legge privo di diritti nei confronti della parte che più andava tutelata: le nostre figlie e i nostri figli”. La manifestazione è convocata per il pomeriggio del prossimo sabato 5 marzo, in quella Piazza del Popolo che, essendo grande circa 17mila metri quadrati, necessita di almeno 30.000 persone per fare bella figura, tant’è che gli organizzatori, Circolo Mario Mieli in testa, si sono messi alla ricerca di un cantante che si presti a essere presente per sostenere le loro ragioni. Tra i papabili, Emma Marrone.
Ma la base non sembra accogliere con grande entusiasmo la notizia di una manifestazione che, a detta di molti, rischia di trasformarsi in un megafono contro Monica Cirinnà, la legge che porta il suo nome, Matteo Renzi ed il Partito Democratico. La comunità LGBT ieri si è espressa molto chiaramente sul ddl in un sondaggio da noi lanciato, sostenendo al 48% che si tratta di un “accettabile compromesso” ed addirittura al 29% di una “vittoria storica”. Le perplessità quindi sul 5 marzo sono forti tanto più che, come ci spiega un dirigente nazionale di Arcigay che preferisce rimanere anonimo, “tra gli organizzatori ci sono quasi soltanto antagonisti: da Titti De Simone, ex presidente di Arcilesbica quindici anni fa ed ora braccio destro del governatore pugliese Emiliano grande antagonista di Matteo Renzi nel PD, a Imma Battaglia e molti altri esponenti di SEL e della sinistra che fu.”. “Siamo terrorizzati”, ci confessa, “ma ormai non Arcigay non può più sfilarsi purtroppo”.
Nel gruppo Facebook “In Piazza per il Family Gay“, che conta 14000 membri ed è cliccatissimo in queste settimane per chi vuole tempestivamente essere aggiornato sulle iniziative, la maggior parte degli interventi sono critici verso le associazioni: alcuni sono per cancellarla addirittura, altri pretendono rassicurazioni dagli organizzatori. Riccardo, ad esempio, parla di esagerazioni e chiede a gran voce che Monica Cirinnà salga sul palco della manifestazione: “no Cirinnà, no party”, dice. Francesco scrive: “io vorrei solo sapere chi parlerà a Piazza del Popolo il 5 marzo e, soprattutto, cosa intende dire! No, perché, se devo essere una figurina ad uso e consumo di qualcuno che dal palco dice il contrario di quel che penso, allora, me ne sto a casa!”. Riccardo da Torino sostiene invece che “il messaggio della manifestazione del 5 deve essere ben chiaro e non deve essere contro il Ddl Cirinnà o una manifestazione politica pro- o contro un partito. Il Senato ha approvato una legge che riconosce le coppie gay come FAMIGLIA. Un passo alla volta”. Gianluca, ancora, dice che “il 5 marzo dovremmo essere fieri di quanto ottenuto è determinati nel dire che vogliamo tutto il resto, ma senza fare la guerra a nessuno e sopratutto a chi questa legge ce la sta dando, farla sarebbe un segnale da campioni di harakiri”
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Ci sono numerosi appartenenti alla comunità LGBT che non si riconoscono nelle posizioni massimaliste dei sedicenti rappresentanti o sostenitori e io sono uno di questi. La legge attuale è l'unica possibile con questo parlamento pieno di omofobi, integralisti, ipocriti ed opportunisti e se mi permetti consentirà a me ed al mio compagno di uscire dalla clandestinità nei confronti dello stato di cui lui è servitore ed in cui lavoriamo e paghiamo le tasse. Non ci sono solo i figli, considera che se dovesse succedere qualcosa ad uno di noi quando siamo lontani nessuno si preoccuperebbe di informarci, per dirne una. Quello che abbiamo dovuto sopportare durante il triste percorso per arrivare al voto ci ha lasciato due “regali” che spero non butteremo: - la comunità LGBT ha ritrovato finalmente l’unità anche se con imperdonabile ritardo ed è riuscita ad organizzare una manifestazione nazionale. Spero che non sia solo protesta ma anche proposta e che ne seguano altre per finire in un oceanico Pride nazionale a Roma con il contributo anche degli amici di altri paesi. Basta con i pride a km 0 che tanto piacciono alla nostra sinistra perché assomigliano a della processioni, non “disturbano” e danno visibilità ai capetti locali - i nostri veri nemici hanno dovuto mostrare le carte e si chiamano M5s, oltre naturalmente agli altri che conoscevamo già. Al di la delle supercazzole con cui hanno giustificato i voltafaccia è evidente che il loro vero obiettivo era usare il ddl Cirinnà per attaccare un PD già debole e diviso. I tempi ed i modi scelti rivelano un cinismo raccapricciante. Il colpo mortale sarebbe stato l’affossamento della legge durante i voti segreti dando la colpa al PD. Renzi ha mangiato la foglia e se n’è ben guardato dal dargli l’occasione. Anzi ne ha approfittato per rafforzare la maggioranza con l’abominevole Verdini. Dal suo punto di vista un colpo da maestro. Ora il nostro obiettivo è iniziare un percorso per arrivare al matrimonio egualitario che potremo fare solo scegliendoci i veri amici che si vedono dai fatti e non dalle parole. Tra questi sicuramente la brava ed intelligente Cirinnà, cui dobbiamo eterna gratitudine.
Grazie Renzi. Grazie Cirinnà. Avete fatto la storia. Questa gente non manifesta a nome mio. Sono antagonisti politici che dovrebbero vergognarsi di strumentalizzare il malcontento. La Cirinnà ha annunciato che lavoreranno su una legge sulle adozioni, quindi molto più ampia, e proporranno di eliminerare la cazzata della fedeltà (non citata all'estero e in Italia legata al delitto d'onore) anche dal matrimonio civile. Adesso fatevi una vita. Sposatevi. E festeggiate. Nessuno vi impedisce di avere un figlio. Non potranno delegare all'infinito i tribunali. Un passo alla volta. La legge sulle adozioni la fanno.
Il senato ha approvato una legge vergognosa in maniera meschina: ha posto, per la prima volta nella storia della repubblica italiana, la questione di fiducia su di una questione etica che tocca le coscienze, forzando così il gioco. Lasciamo perdere poi la questione dell'esame in commissione e l'intrinseca incostituzionalità del ddl, per la quale oltre 500 giuristi, e sottolineo giuristi, hanno firmato un appello. Se fossi un omosessuale infine mi sentirei offeso e indignato per la questione dell'obbligo di fedeltà. Vi strumentalizzano e vi umiliano anche. Svegliatevi. Su Mario Mieli poi:"Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega". Mario Mieli, iniziatore del movimentismo LGBT in Italia. Queste cose le ha scritte in "Elementi di critica omosessuale", edito da Feltrinelli. Leggetelo.