EDUCARE AL RISPETTO

Come si parla di omosessualità a scuola? AGEDO (L'Associazione di genitori di omosessuali) ha prodotto un CD-Rom sull'argomento per educatori, formatori ed insegnanti, ma non solo.

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4 min. di lettura

In Italia non esistono supporti informativi al passo con i tempi sull’omosessualità?
Ci ha pensato AGEDO, la celebre associazione di genitori parenti e amici di omosessuali, che da qualche tempi sta distribuendo un CD-Rom intitolato Educare al rispetto strumenti informativi e didattici per affrontare l’omofobia a scuola.

EDUCARE AL RISPETTO - Educare rispetto - Gay.it

Il supporto multimediale, che può essere richiesto direttamente all’associazione, curato da Agedo Sassari è realizzato da due psicologi Luca Pietrantoni, ricercatore presso l’Università degli Studi di Bologna, e Andrea Morelli ed ha ottenuto il patrocinio della Fondazione Banco di Sardegna.
Il lavoro nasce da un’evidenza. Nella scuola italiana l’omofobia è ancora allarmante.
Stando ad un Forum di Gay.it, di qualche tempo fa, sul suicidio giovanile, le testimonianze non lasciano dubbi.
Lupo, è uno pseudonimo, dice: “quando la mia sessualità divenne pubblica, avevo solo 15 anni e scoprii il disprezzo, la pietà; fu terribile, ero un ragazzino come tanti, studioso, simpatico con tanta voglia di studiare, ed anche molto carino. mi chiusi in me stesso, rifiutai il mondo che mi circondava, soffrivo da solo e per anni ho rifiutato la vita”.
Matty aggiunge: “Ogni giorno i miei compagni mi ripetevano che ero solo un frocio e un finocchio. Capito? Tutti i giorni, nessuno escluso”.
Raissa, un ragazzo che si firma al femminile, è sulla stessa linea d’onda: “A scuola tutti mi prendevano in giro perché tenevo sul diario le foto di Luis Miguel invece di quelle di Bo Derek e nessuno dei maschi voleva stare con me, bene, stavo da solo, in compagnia di me stesso e sognavo che un giorno sarei andato via da questo paese”.
Questi tre casi sono solo esemplificativi di un fenomeno di più vasta portata. Uno studio statistico del 1996, di Pietrantoni, attesta che  “l’esperienza della violenza verbale e fisica è comune nei resoconti di gay e lesbiche: circa il 15-20% delle persone omosessuali afferma di essere stato derubato o preso a pugni e l’80% di aver subito insulti o minacce almeno una volta nella loro vita”.
Un altro studio dell’Uds, Unione degli studenti, del 2001 offre dati meno allarmanti e cioè che per il 60 per cento dei giovani, su un campione esiguo di tremila ragazzi fra i 16 e i 19 anni, in sedici città italiane, l’omosessualità è un fatto naturale mentre per il 13% è una perversione. Di fatto però l’Uds non fornisce nessun dato sulla discriminazione degli studenti omosessuali.
La scuola vive la contraddizione tra un’omosessualità sempre più visibile e accettata socialmente e il dramma della discriminazione purtroppo ancora in agguato.

EDUCARE AL RISPETTO - Vignetta di Sergio Staino - Gay.it

L’iniziativa di Agedo è tesa a portare finalmente una voce aggiornata sull’argomento.
Il supporto multimediale è diviso in cinque sezioni.
La prima “Approfondire” offre le più attuali informazioni e conoscenze scientifiche sull’omosessualità e affronta tematiche tecniche che vanno dalla concetto dell’identità sessuale, alla presa di coscienza dell’omosessualità nel giovane e alla dichiarazione in famiglia.
Di particolare interesse una sottosezione dedicata interamente all’omofobia. Non è omofobia solo l’insulto verbale ma sono stata osservata, in ambito scolastico e ai danni di giovani gay, violenza emotiva, fisica, sessuale, restrizioni fisiche o economiche, intimidazioni e minacce. Insomma non c’è da stare allegri. In più è forte l’azione culturale degli stereotipi.
Troppi giovani sono ancora convinti che i gay siano effeminati, soli, insicuri, deboli, sensibili e che la loro sessualità sia promiscua e che dipenda da traumi infantili e altre banalità che il lettore può facilmente immaginare.
Ma contro la violenza e gli stereotipi si può agire già a partire dalle aule scolastiche.
Al lavoro che un docente può, sempre che lo voglia,  sviluppare in classe è dedicata una seconda sezione “Discuterne in classe” che contiene suggerimenti per intraprendere percorsi didattici sul tema della diversità umana in generale e gay in particolare. La sezione risponde a tre domande in particolare: come affrontare l’argomento in classe, quali sono i messaggi più appropriati e cosa fare in caso di violenza nella scuola.
A questa sezione si lega strettamente altre due sezioni e cioè “Attivazioni” che contiene esercitazioni sotto forma di gioco e infine “Risorse” che contiene materiale indicazioni a materiale didattico (film, canzoni, testimonianze, siti internet) per l’approfondimento.
Insegnare il rispetto diventa un gioco.
Per esempio un professore può fare un “Questionario al contrario” e cioè chiedere agli studenti di redigere le domande che, secondo loro, sono poste con più frequenza a gay e lesbiche. Successivamente all’interno delle domande si fa sostituire alla parola omosessuale eterosessuale. Le domande che emergeranno come “Che cosa pensi abbia causato la tua eterosessualità?” o “E’ possibile che la tua eterosessualità sia solo una fase che supererai?” dimostreranno ai giovani quanto siano poco sensati i dubbi sull’omosessualità.
Educare al rispetto strumenti informativi e didattici per affrontare l’omofobia a scuola è tra le novità più interessanti della produzione culturale sulla sensibilizzazione all’accettazione dell’omosessualità in Italia.
Concludiamo chiedendo a Paola Dell’Orto, presidentessa di AGEDO, quali reazioni ha avuto l’uscita di Educare al rispetto: “Dove è stato distribuito ha avuto una accoglienza entusiastica. Purtroppo per una distribuzione capillare ci vorrebbe la volontà politica… Rimane che il CD-Rom potete richiederlo direttamente a noi”. Chi ha orecchie per intendere…

di Stefano Bolognini

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