27 persone sono state arrestate nell’ultima settimana in Egitto con l’accusa di essere omosessuali: a scatenare l’azione della polizia è stato il concerto del 22 settembre della band indie-rock libanese Mashrou’ Leila, la più famosa del mondo arabo, il cui frontman (Hamed Sinno) è gay dichiarato.
Le persone incarcerate sono accusate di essere fra quelle che al concerto hanno sventolato una bandiera arcobaleno: sono state sottoposte a maltrattamenti e perquisizioni anali secondo quanto denunciato nei giorni scorsi da Amnesty International e da da Human rights watch.
In Egitto l’omosessualità non è ufficialmente considerata un reato ma è di fatto perseguita come “perversione“: nel 2001 il raid su una barca durante una festa aveva portato all’arresto di oltre 50 persone (alcune delle quali scontarono poi sei anni di carcere).
#من_القاهرة_الى_المريخ pic.twitter.com/G1bVEh7CiT
— haig papazian (@haigpapa) 23 settembre 2017
I Mashrou’ Leila hanno denunciato con un post diventato virale quello che stava succedendo: “Non riusciamo neanche a spiegare quanto ci rattristi vedere questa nuova era di tirannia che si sta scatenando in una delle nazioni che amiamo di più e su uno dei nostri pubblici preferiti. Queste retate non sono in nessun modo scindibili dall’atmosfera soffocante di paura e abuso che gli egiziani respirano ogni giorno, indipendentemente dalle loro inclinazioni sessuali. Denunciamo la demonizzazione e la persecuzione di atti fra adulti consenzienti: fa male pensare che tutta questa isteria sia stata generata da un paio di ragazzini che hanno sventolato un pezzo di stoffa che è simbolo di amore“:
Le autorità egiziane hanno vietato alla band (famosa in tutto il mondo, riempiono sale e teatri anche negli Usa e in Europa), di tornare a esibirsi in Egitto. Già un paio di anni fa il gruppo era stato bandito dalla Giordania.
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