Quella sera, Ellen era invitata al party di Martha Etheridge, che festeggiava l’ennesimo premio rock. Aveva ricevuto la telefonata di Martha la settimana precedente e aveva accettato.
Ma adesso si rendeva conto di aver sbagliato: Martha era la sua ex, e l’idea di vederla abbracciata alla nuova fiamma non la entusiasmava affatto. "Non ci vado", sbuffò, e si lasciò andare sul letto.
Intanto, nella suite del White Sun, Anne si stava vestendo. Bob, il bassista di Martha, la guardava incantato. "Non hai paura a trascinarmi in quel covo di lesbiche?", disse lei, sorridendo. "Per niente. So bene cosa ti piace..", le rispose Bob, mordicchiandole il collo.
"Ecco fatto!", esclamò Ellen, guardandosi allo specchio, "completo nero da vedova.. adeguato!", sentenziò.
Al party, Anne fece colpo su tutti. Un tipetto piccolo, stretto in un Versace verde cobalto, come i suoi occhi, disegnati sul viso da bambina, coronato da capelli biondissimi, tagliati "alla maschietta". Una delizia. Ellen, in disparte, girovagava per la villa con un martini in mano, per spiare i gesti affettuosi tra Martha e la nuova ragazza.
Quando Anne la incontrò al bar, Ellen era al quarto Martini. "Tu sei Ellen Degeneres, vero?", esclamò Anne appena la vide. "Ancora per poco, piccola, lo stordimento è vicino..", rispose, già annebbiata dall’alcool. "Io ti guardo sempre in tv! Le sit-com che scrivi sono così divertenti!". "Beh, stasera non do spettacolo, piccola..", disse Ellen andandosene. Anne ci rimase male. Cattiveria gratuita. La guardò allontanarsi, poi prese il Negroni e raggiunse Bob.
Il mattino successivo, Ellen si alzò con due pensieri: 1) oddio.. un’aspirina.. 2) chissà chi era la biondina che ho annientato col mio sarcasmo del cazzo… Telefonò a Martha. "Ehi Ellen.. non ricomincerai con la solita solfa.. pensavo che ti fosse passata!", le disse Martha quando la sentì. "Tutto a posto. Sai dirmi chi è la ragazza bionda col vestitino verde di ieri sera?", "Hai notato il bocconcino eh!?", "No, dai. L’ho trattata malissimo e vorrei chiederle scusa", "E’ la ragazza di Bob. Fà attenzione", concluse Martha. Quando Anne rispose al cellulare e seppe che era Ellen, rimase di stucco. "Permettimi di farmi perdonare, ti prego", le stava dicendo Ellen, "passo a prenderti stasera alle otto." Anne non riuscì a capire perché avesse accettato l’invito.
Ellen arrivò puntuale, sulla sua Cherokee. Andarono al Mistyc Pub e trascorsero una serata perfetta.
Ellen la faceva ridere e la stupiva: era una donna di un’intelligenza fuori dal comune. Ma c’era altro: per due volte, Anne scoprì se stessa a fissare quei limpidi occhi azzurri, e arrossì. Quando la riaccompagnò a casa, Ellen sapeva già di essere completamente pazza di lei. Ma sapeva anche che Anne era maledettamente etero! "Mi piacerebbe poterti rivedere…", sospirò, "ti andrebbe di venire sul set della mia sit-com, qualche volta?" Anne accettò con entusiasmo. In casa, spogliandosi, pensò che non c’era niente di male ad avere un’amica lesbica, e che, se le fosse capitato di avere un giorno libero, sarebbe andata a vederla recitare.
Il mattino successivo era già sul set. Un desiderio l’aveva travolta: voleva rivederla, voleva ascoltare di nuovo la sua voce calda e le sue battute spiritose. Rimase sul set fino a sera. Ellen la invitò a cena: le avrebbe fatto assaggiare la sua ricetta di tortillas e guacamole. Al loro terzo brindisi di tequila, sul divano, Ellen trovò il coraggio: "Anne.. so che, dopo quello che sto per dirti, non ci vedremo più e tu fingerai di non conoscermi quando mi incontrerai.. Anne.. io.. mi sono innamorata.. di te..", e abbassò lo sguardo. Anne si piegò verso di lei e le accarezzò una guancia. Ellen sollevò il volto e avvicinò le labbra a quelle di Anne.
Potevano sentire il calore umido che proveniva dalle loro bocche e le univa nell’eccitazione. Anne socchiuse gli occhi, aspettando che Ellen la guidasse oltre la soglia.. la sua prima volta.. con una donna.. Ellen attendeva, voleva che quel momento non finisse mai: l’attimo in cui si sa che tutto può accadere e che sta per accadere.
Fu un bacio delicato, lieve, come un pennello che dipinge un acquerello. Harold Melvyns cantava "If you don’t know me by now" e Anne le disse, dolcemente: "Baciami, Ellen.. baciami ancora." Le labbra di Ellen sfiorarono morbide il viso di Anne, poi scesero giù, percorrendo, sulla sua pelle vellutata e fremente, una strada immaginaria che la condusse, attraverso il collo, le spalle, le braccia, fino al seno, al ventre e…
Povero Bob, orgoglioso e sicuro del suo "primato".
di Debora Alessi
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