“Euphoria”, attualmente disponibile su Sky Atlantic, è senza alcun dubbio la serie tv drammatica adolescenziale (a tinte LGBT+) più discussa del 2019, e le motivazioni sono tante.
Prodotta in USA dalla rete via cavo americana HBO – già di per sé sinonimo di garanzia – “Euphoria” è l’ultima frontiera del teen drama, tanto da far sembrare “Beverly Hills 90210”, “Dawson’s Creek” e “The OC”, delle scorse generazioni, ben più datati di quanto già siano.
La tecnologia avanza e le mode cambiano e i temi trattati si evolvono, così come il tipo da racconto, ben lontano da quello che ci si aspetterebbe da un prodotto simile.
Di cosa parla “Euphoria”?
La protagonista della serie tv è l’attrice e cantante 23enne Zendaya, che interpreta (magistralmente) la 16enne Rue, una tossicodipendente con problemi di bipolarismo.
Rue, che lotta constantemente con la dipendenza dalle droghe, nonostante un periodo di riabilitazione, si prende – gradualmente – una cotta per Jules, coetanea transessuale dall’aspetto frizzante, colorato e sexy.
Ogni puntata della serie, tutte concatenate, racconta in breve la storia, la psicologia ed il vissuto dei protagonisti, alcuni ragazzi/e della scuola frequentata da Rue, ognuno con propri problemi e vissuti differenti.
Spicca nel cast Eric Dane, già visto in “Streghe” – “Grey’s Anatomy” e “The Last Ship”, che nel telefilm interpreta Cal Jacobs, padre di uno dei ragazzi della scuola che, in segreto, si intrattiene in rapporti sessuali con transessuali e ragazzi effeminati.
Ma cos’è che ha fatto così tanto scalpore? Scopriamolo assieme, con i 5 motivi per i quali “Euphoria” è una serie tv da non perdere.
1) Cruda e tagliente
Il racconto di “Euphoria” non fa sconti, nè visivi nè emotivi: un curioso ma altrettanto spaventoso ritratto del disagio adolescenziale e del mondo delle droghe, e di quali siano le sensazioni ad esse connesse.
Ma anche del mondo del sesso, che viene vissuto nel modo più controverso, spinto e diretto di qualsiasi altra serie tv del genere. Tanto da non sembrare affatto un teen drama.
2) Nudità, molta nudità
Un racconto crudo e tagliente non può che esimersi dall’essere anche più realistico possibile, e si può tranquillamente dire che “Euphoria” sia tra le serie tv – se non LA serie tv – con più scene di nudo in assoluto.
Di nudo maschile frontale.
Al proposito, una scena del secondo episodio ha fatto piuttosto discutere, ma non vi anticiperemo nulla per non levarvi il piacere di scoprire di cosa si tratta.
3) La transessualità raccontata da una nuova prospettiva
Jules è, senza dubbio, il personaggio transgender più curioso di qualsiasi altra serie tv.
Interpretata dall’attrice trans Hunter Schafer, Jules ha avuto un passato turbolento ma adesso ha una vita tranquilla, un padre amorevole che ha appoggiato la sua transizione e si diverte, si gode la vita.
Ama il sesso, usa Grindr per gli incontri sessuali e no, non viene discriminata pubblicamente.
La transessualità in “Euphoria” non è che una delle caratteristiche di Jules, non è un tema portante e non fa notizia nella sua scuola e tutto questo è bellissimo. Oltre che innovativo.
4) Nate e la doppia vita del padre
Nate – il bel ragazzo a torso nudo nella foto di sopra – è il classico bello della scuola, quaterback e fidanzato con una delle ragazze più belle e popolari, Maddy.
Ma Nate è anche tormentato, perché sa la verità sul padre e questa cosa lo tormenta, tanto da influenzarlo.
Quello che si cela dietro il loro rapporto, le paure del padre di Nate – Cal – e quello che succederà, sono tra i risvolti più interessanti della serie televisiva.
5) Conflitti interiori
I ragazzi della generazione Z hanno accesso ad internet già da anni, tanto da aver vissuto parte della loro infanzia con cellulari – Ipad e quant’altro; sono molto più diretti, liberi, sessualmente fluidi e molto più disillusi sulla vita rispetto alle precedenti generazioni.
Vittime di body shaming come il personaggio di Kat, si riscattano da sole trovando la propria forza attingendo dai propri svantaggi, diventando un nuovo tipo di eroina femminista.
Ragazze e ragazzi sono sullo stesso piano, e fa uno strano effetto, per così dire, vedere certi taboo e certi stereotipi, quando non in parte, totalmente superati. E per fortuna!
Però tutta questa libertà e consapevolezza di sé ha un prezzo, perché c’è anche un motivo se la vita è un percorso e se ogni età ha le sue epifanie.
I loro conflitti interiori sono, probabilmente, ancora più accesi e forti rispetto alle generazioni passate e i forti toni di “Euphoria” tendono proprio a sottolinearne questo aspetto, farci sapere quanto i giovani d’oggi siano ancora più complessi, in difficoltà.
E la principale motivazione è proprio per quella libertà che hanno, che a volte è anche l’arma più pericolosa della quale dispongono.
E il personaggio di Rue (ma non solo) riassume tutto questo, in un modo che non avete ancora visto.
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