Il ragazzo non aveva preso bene la rottura con l’ormai ex, dopo una relazione durata dalla fine del 2015 all’autunno del 2016. I protagonisti sono JC (così viene definito anche nelle cartelle giudiziarie pubblicate dalla Polizia) e Herrick. Dopo la fine della relazione, JC non aveva perso le speranze, e intendeva tornare assieme a lui a tutti i costi. Ma lo dimostrava in modo molto strano. Da una riconquista per il suo amore perduto, JC è andato contro la legge, venendo accusato di stalking. E non solo.
Attraverso la app per incontri Grindr, ha creato un falso profilo, utilizzando le foto di Herrick. Quest’ultimo, ignaro del profilo fake, dalla fine del 2016 fino a quasi tuto il 2017 veniva sommerso di ragazzi che suonavano alla sua porta. Sembra che in media 16 uomini al giorno avrebbero ricevuto l’indirizzo di casa e del suo posto di lavoro, convinti che il ragazzi li avesse contattati per avere un rapporto sessuale. In realtà, gli incontri erano organizzati da JC, che inviava loro anche la via per del sesso occasionale.
Incontri di gruppo, orge, droghe e HIV
JC, fingendosi il suo ex, aveva scritto nel profilo che era sieropositivo, che accettava anche l’uso di chem sex, oltre a incontri di gruppo per sesso. Per enfatizzare la finta promiscuità di Herrick, JC utilizzava termini stravaganti per attirare chi era in cerca di sesso nel più breve tempo possibile o orge, includendo “Raw Pig Bottom” e “Gang Bang Now!“.
Herrick, ormai disperato, denuncia il fatto alla Polizia che però non riesce a bloccare l’account fake. Anche le segnalazioni a Grindr non fanno effetto: Herrick non ha mai ricevuto risposta, nonostante il centinaio di reclami inviati. Dopo la denuncia nei confronti di Grindr, il tribunale nel febbraio 2017 ha sancito che l’applicazione non è obbligata a eliminare un profilo su richiesta di un utente. Deluso, si è rivolto alla Corte d’Appello, che gli ha dato ragione. Ha dichiarato JC colpevole di stalking, falsa dichiarazione alle autorità, diffamazione e per l’aver creato un falso profilo con delle foto non sue. La vendetta, oltre alle accuse, gli è costata 500.000 dollari.
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