Oggi, a Lisbona, i rappresentanti dei governi dei paesi membri dell’Unione Europea hanni siglato un accordo che rimpiazza la bozza di Costituzione bocciata nel 2005 nei referenduum in Francia e Olanda, dovrà passare le ratifiche dei parlamenti nazionali (tranne in Irlanda dove sarà sottoposto a referendum).
‘Abbiamo visto anche Romano Prodi apporre la sua firma a nome dell’Italia al Trattato dell’Unione e ci chiediamo, come fa il capo di un governo che sta per affossare le norme anti discriminatorie nel suo paese a sottoscrivere un impegno che riguarda anche il divieto di ogni forma di discriminazione". E’ il commento di Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay che ricorda quanto dice un articolo del Trattato: ‘vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale’.
Mancuso ricorda anche che "l’Italia è un paese che è ha rischio d’infrazione perché‚ ha stravolto con il suo recepimento la direttiva 78/2000 sulle discriminazioni sul posto di lavoro per le persone LGBT e che ora, grazie a questa maggioranza sta per cancellare dal decreto sicurezza il riferimento (volutamente sbagliato) al Trattato di Amsterdam, promettendo che farà approvare velocemente le stesse norme contenute nello stralcio del pacchetto anti violenza, tutto è possibile, soprattutto le reiterate bugie da parte di un esecutivo e di una maggioranza ricattati dal Vaticano. Non si puó che provare sentimenti di vergogna per una disgustosa sceneggiata condotta sulla pelle degli omosessuali".
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