Domani è il grande giorno: alle ore 14.30 infatti la discussione sul ddl Cirinnà entrerà nel vivo al Senato ed i senatori inizieranno a contarsi sulle pregiudiziali di costituzionalità che dovrebbero essere tutte agilmente respinte. Poi i più insidiosi voti degli articoli. Nel mentre, interviene la senatrice di Ncd-Area Popolare, Roberto Formigoni: “Noi stiamo facendo una battaglia molto dura e molto determinata per bloccare il ddl Cirinnà che è un ddl ipocrita, perché sotto falso nome introduce i matrimoni gay e sotto falso nome introduce l’utero in affitto. La nostra battaglia è per bloccare questa cosa qui. Lo si sta vedendo e lo si vedrà lungo tutti questi giorni. Se poi dovesse passare la legge nonostante la nostra opposizione certamente ci saranno delle conseguenze politiche importanti. Non rimaremmo indifferenti“. Una esplicita minaccia al Partito Democratico, quindi, ed al Premier Matteo Renzi in particolare, che i quotidiani anche stamani continuano a darlo come determinatissimo ad approvare velocemente in Senato le unioni civili, anche alla luce del flop del Family Day di sabato scorso.
Si potrebbe arrivare addirittura alla crisi di governo, chiede l’intervistatore? “Ogni tipo di conseguenza politica, valuteremo bene. Ma noi non diamo affatto per persa la battaglia, perché anche Renzi deve rendersi conto che la legge Cirinnà spacca il Paese e rompe la coesione sociale. Non vale la pena che un governo che ha il compito di ricostruire il Paese, dal punto di vista economico ma anche della coesione sociale, rompa in questo modo l’Italia”. Formigoni conclude: “Ogni strada è aperta, nulla è escluso. Non abbiamo ancora ragionamento sulle forme, ma certamente ci saranno delle conseguenze politiche importanti, questo è certo”, qualora, come detto, il ddl Cirinnà venisse approvato con l’ok del Pd insieme a 5 Stelle e Sel.
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