"Buongiorno Signor Presidente, siamo Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia i due ragazzi omosessuali di Savona che il giorno 4, davanti a Montecitorio, hanno cominciato uno sciopero della fame che è arrivato al giorno 13, nella quasi totale indifferenza delle istituzioni e soffocato dalla censura della Stampa Italiana". Inizia così la lettera inviata ieri da Francesco al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Mi appello al Suo alto senso civico – continua a coppia -, intervenga Signor Presidente, ci aiuti a colmare questo drammatico vuoto legislativo che affligge questo Paese oramai da troppi anni e oramai in un contesto Europeo che non lo riconosce più. Signor Presidente, non parlo solo a nome nostro, ma a nome di milioni di cittadini che non possono vivere in questo paese la libertà di una vita alla pari di tutti. Confido in Lei, cordialmente Francesco Zanardi".
Lo sciopero della fame indetto da Manuel e Francesco per chiedere diritti per le coppie gay, è giunto oggi al quattordicesimo giorno e anche se Manuel è stato costretto a interromperlo a causa di un malore, Francesco continua la battaglia. E in questi giorni a chiedere di sospendere la protesta è giunta anche l’onorevole Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati alla quale i ragazzi e le associazioni che li sostengono hanno risposto: "Rimaniamo in attesa della calendarizzazione delle tematiche a noi care, ricordando che alla Commissione di Giustizia sono state consegnate da diversi esponenti parlamentari delle proposte di legge, inerenti la nostra battaglia, da diversi mesi. Sollecitiamo L’On. Bongiorno, sentiti i capogruppi parlamentari, a sveltire le operazioni di nomina di un relatore che possa porsi come mediatore effettivo tra le diverse proposte di legge". Come dire che se lo sciopero è finalizzato a spingere il parlamento a discutere i progetti dilegge già presentati a proposito delle coppie gay, prima di chiedere che lo sciopero venga interrotto, bisognerebbe fare un gesto di apertura verso le istanze che Manuel e francesco rappresentano.
"Comunichiamo che dopo aver parlato con Aurelio Mancuso, presidente in carica di Arcigay – continua la nota dei due -, ci è stato chiesto di lanciare un appello pubblico a tutte le associazioni che condividono il nostro obiettivo, al fine di trovare sostegno a questa importante iniziativa. Ringraziamo l’intervento di Imma Battaglia, che nonostante abbia delle remore riguardo la metodologia di protesta, sta appoggiando comunque questa iniziativa auspicando un incontro ufficiale con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E’ rinnovato l’impegno di molti esponenti della politica italiana, quali Ivan Scarfarotto, Anna Paola Concia, Ignazio Marino".
E proprio Paola Concia fa sapere di avere scritto ai presidenti dei gruppi parlamentari alla Camera per chiedere che venga inserita nell’agenda delle discussioni dell’Aula anche quella in Commissione delle proposte di legge sulle unioni civili.
"Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia sono in sciopero della fame da 15 giorni per chiedere che la Camera dei Deputati calendarizzi le proposte di legge sulle unioni civili presentate in questa legislatura – scrive la deputata del Pd -. Questi ragazzi hanno scelto una forma di protesta pacifica, ma simbolicamente significativa per richiamare l’attenzione delle istituzioni, della politica e dei media. Ma ad oggi la risposta è stata solo un’assordante silenzio, sia dei mezzi di comunicazione che della politica. Francesco e Manuel non vogliono mollare e stanno mettendo a repentaglio la loro vita; il loro e un vero e proprio grido di dolore che abbiamo il dovere di accogliere. Il compito delle istituzioni e della politica è quello di prestare la massima attenzione a quello che accade nella nostra società, capirne e comprenderne i cambiamenti e chiedere il riconoscimento di diritti e di doveri reciproci, anche per persone dello stesso sesso, non può che essere accolto come un gesto responsabile e generoso che crea coesione sociale. E tutto ciò che crea coesione sociale deve essere preso nella più seria considerazione dalle Istituzioni. Ho voluto formalizzare questa richiesta perché sono fermamente convinta che in un paese civile nessuno deve essere costretto a sacrificare la propria vita per rivendicare un diritto fondamentale. E perché un paese migliore, deve esserlo per tutti, nessuno escluso".
E sabato scorso, dagli studi della trasmissione "O" su "Youdem", insieme a Vanni Piccolo ed Insy Loan, Paola Concia ha dichiarato: "Organizziamo una staffetta con Manuel e Francesco in modo da non interrompere lo sciopero della fame, iniziato il 4 gennaio scorso, fino a quando non sarà raggiunto l’obiettivo e per fare in modo che la protesta dei due ragazzi, ben poco seguita e amplificata dai media possa, con il coinvolgimento di molti, essere finalmente ascoltata".
Qualcuno, non a caso, ha già seguito l’esempio dei due ragazzi ed ha deciso, proprio sabato scorso, diunirsi a loro nello sciopero. Si tratta di Paola Giuliana, Cris per gli amici, che fa parte del Gruppo Naussa – Progetto Naussa – Laboratorio Lesbico di Spiritualità di Bari e che dal 16 gennaio alle 17 ha si nutre solo di una mela al giorno e beve acqua.
"Ho deciso di affiancarlo (Francesco, ndr) bevendo acqua e mangiando una mela al giorno in via del tutto solidale con le sue motivazioni – scrive Cris -. Pur facendo parte del direttivo del Circolo di Arcilesbica Mediterranea Bari, intraprendo quest’iniziativa in via del tutto personale. Ovviamente, invito tutte le associazioni lgbtq, presenti sul territorio locale e nazionale, a ‘collaborare’, per dare forza e visibilità alle iniziative così intraprese".
Solidarietà alla coppia di Savona, infine, ha espresso anche il Consiglio comunale di Viareggio che ha approvato una mozione sul tema. "Il Consiglio Comunale tutto . si legge nel testo della mozione – esprime la propria solidarietà a Francesco e Manuel ed alla loro lotta per il riconoscimento dei diritti dei conviventi omosessuali. Riconosce il coraggio di questi due ragazzi e l’importanza del loro gesto per una battaglia, quale quella dei diritti civili, troppo spesso scomoda da affrontare in tutti i livelli politici. Riconosce l’importanza delle lotte civili a tutela dei diritti degli omosessuali e ritiene che tutti gli esseri umani sono uguali senza distinzioni basate, tra le altre, sull’orientamento sessuale.
Si impegna dunque, per quanto possibile, a rimuovere ogni ostacolo che nella nostra città si risolve in sintomo di omofobia e paura verso le persone con orientamenti sessuali diversi".
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