Franco Zeffirelli è mancato questa mattina nella sua casa romana sulla via Appia. Aveva 96 anni. Lascia due figli adottivi, Pippo e Luciano. “Si è spento serenamente pochi minuti fa – ha scritto la Fondazione a lui intitolata – e la sua scomparsa è avvenuta alla fine di una lunga malattia. Il Maestro riposerà nel cimitero delle Porte Sante di Firenze. Seguiranno altre informazioni sul luogo e la data delle esequie”.
Regista ‘totale’ (cinema, lirica, prosa) di grande successo internazionale, ebbe due nominations all’Oscar: uno come miglior regista per Romeo e Giulietta (1968) e come scenografo nel 1983 per La Traviata insieme a Gianni Quaranta. Visse per diversi anni nella villa di Luchino Visconti sulla via Salaria, suo mentore, e innegabile ispiratore del suo stile rinascimentale. Fu aiuto regista in tre film di Visconti, La terra trema, Bellissima e Senso.
Nel 1954 esordì come regista a teatro curando la regia di La Cenerentola e L’elisir d’amore. Saranno tutti successi che lo porteranno al King’s Theatre di Edimburgo e al Royal Opera House e al Covent Garden di Londra. Nel 1960 disegnò i costumi di Joan Sutherland per La Traviata. Realizzò memorabili spettacoli fino agli anni Duemila con gli attori più popolari.
È invece del 1957 l’esordio cinematografico con la commedia giovanilista Camping. Negli anni Sessanta ebbero successo due trasposizioni shakespeariane: La bisbetica domata (1967) e Romeo e Giulietta (1968). La sua filmografia spazia da successi di pubblico quali il televisivo Gesù di Nazareth ai recenti Jane Eyre, Un tè con mussolini (parzialmente autografico) e Callas Forever.
Il 24 novembre 2004 la regina Elisabetta lo nominò Cavaliere Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico.
Ebbe anche una carriera politica: grande amico di Silvio Berlusconi, fu eletto due volte negli anni Novanta nelle fila di Forza Italia nella circoscrizione di Catania.
Pur essendo omosessuale dichiarato, Zeffirelli dichiarò di non apprezzare il movimento gay perché per lui “l’omosessuale non è uno che sculetta e si trucca. È la Grecia, è Roma. È una virilità creativa”.
“Il gay è un pagliaccio, un tipo buffo che fa finta di essere donna, i borghesi americani ci ridevano su. Essere omosessuali non è uno scherzo, vuol dire aver fatto una scelta matura, difficile, che va sostenuta con una dose di moralità maggiore di quella richiesta agli eterosessuali”.
Zeffirelli detestava anche i Gay Pride: “esibizioni veramente oscene, con tutta quella turba sculettante. La parola gay stessa è frutto della cultura puritana, una maniera stupida di chiamare gli omosessuali, per indicarli come fossero dei pazzerelli”.
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Un omosessuale che parla di scelta riferendosi all'omosessualita' non ha capito proprio nulla. Come se gli eterosessuali avessero scelto di essere etero. Di scelte non se ne fanno, si nasce, non si sceglie. Chi sostiene il contrario mostra una piccolezza di pensiero che azzera ogni propria azione, per quanto essa possa sembrar stata grande. La pochezza vanifica ogni gloria