In Florida vige la pena di morte, fine a cui è andato incontro Gary Ray Bowles, serial killer che nei primi anni ’90 uccise sei omosessuali.
Il 57enne è stato dichiarato morto alle 22.58 di ieri, giovedì 22 agosto, dopo aver ricevuto un’iniezione letale. L’esecuzione è arrivata dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto un appello dei suoi legali, che sostenevano come non fosse mentalmente idoneo a subire la pena di morte.
Nel suo ultimo giorno, Bowles si è svegliato alle 4 del mattino e come ultimo pasto ha chiesto e ottenuto tre hamburger, patatine fritte e pancetta. Originariamente noto come il killer “I-95”, nome dell’autostrada ai bordi della quale lasciava i cadaveri delle sue vittime, Bowles ha eluso la polizia per nove mesi prima di essere catturato. All’epoca si pensava avesse ucciso solo Walter Hinton, ma presto si scoprì che aveva fatto altrettanto con John Hardy Roberts, David Harman, Milton Bradley, Alverson Carter Jr e Albert Morris. Tutti omosessuali. In precedenza era stato arrestato per aver aggredito violentemente la sua ragazza, nel 1982. Fu condannato a sei anni di carcere e scontò tre anni. Una volta uscito conobbe un’altra ragazza, che rimase incinta ma perse il bambino durante la gravidanza. All’epoca Bowles disse alla polizia di aver incolpato i gay per l’aborto della compagna. Da qui la sua furia omicida nei confronti degli omosessuali. Violentato da piccolo da due compagni della madre, e rimasto orfano di padre, iniziò a bere e a drogarsi ad appena 11 anni.
Il 59enne John Hardy Roberts, che gli offrì un posto dove vivere, fu la prima delle sue vittime, nel 1994. Poi in pochi mesi arrivarono il 38enne Albert Morris, il 72enne Milton Bradley, il 47enne Alverson Carter Jr. e il 38enne David Jarman. Il suo modus operandi era di prostituirsi alle sue vittime prima di picchiarle, strangolarle e rubare le loro carte di credito. In fuga, Bowles fu messo nella lista dell’FBI dei 10 fuggitivi più ricercati d’America. Il 22 ottobre 1995 l’arresto, per l’omicidio di Walter Hinton. Prima di essere giustiziato, Bowles ha letto una dichiarazione in cui si è scusato “per il dolore e la sofferenza” causate. “Non avrei mai voluto che la mia vita fosse così. Non ci si alza una mattina e si decide di essere un serial killer”.
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Sì, come non si decide di esser etero. Ma che discorsi che non stanno né in cielo né in terra, come quelli sulla pena di morte, che è un'incivilta' e che andrebbe abolita
Spero , prima di morire , abbia provato lo stesso dolore e la stessa sofferenza inflitte alle sue vittime . Le scuse non le alleviano .