Era stato aggredito e insultato da alcuni poliziotti del Dipartimento di Polizia di New York che ora riceverà un risarcimento danni pari a 25 milioni di dollari. È successo ad un uomo gay di Staten Island che, durante un intervento della polizia per una segnalazione di disturbo alla quiete pubblica, si era ritrovato vittima degli abusi degli agenti. La polizia era stata chiamata per via delle urla provenienti da casa dell’uomo che stava litigando con il fratello.
L’avvocato di Luis Falcone, questo il nome del 31enne gay, ha ottenuto il video del pestaggio e lo ha inviato ai mezzi di informazione. Falcone non è riuscito a rivedere il video ed ha distolto lo sguardo dallo schermo su cui era in proiezione.
“Mi disturba. Mi disturba come persona, come gay, come essere umano: vedere che questo può succedere a qualcuno, anche se non fossi io – ha dichiarato l’uomo -. È folle come questi poliziotti agiscono. Non posso andare a lavorare, non posso stare in piedi per lungo tempo. Non posso dormire”.
Secondo la ricostruzione, quando la polizia è arrivata a casa Falcone, la discussione si era già conclusa, ma gli agenti hanno trascinato Luis fuori casa con violenza, lo hanno scaraventato a terra e ammanettato, anche se poi non è stato arrestato né accusato di nulla.
Di fatto, però, Falcone ha dovuto subire degli interventi chirurgici per le lesioni riportate. Il giovane ha raccontato che durante l’irruzione, gli agenti lo hanno più volte chiamato “frocio” e “finocchio” ed hanno minacciato di ammazzare il suo cane.
Gli agenti si sono difesi dicendo che Falcone era stato preso a pugni dal fratello, che era ubriaco, e che Luis “si comportava in maniera irrazionale ed ha sputato in faccia ad un agente mentre era sotto custodia.
Falcone e l’avvocato hanno smentito le dichiarazioni degli agenti che sono stati condannati a pagare l’ingente somma di 25 milioni di dollari per violazione dei diritti civili, uso eccessivo della forza e brutalità.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.