Il festival interdisciplinare bolognese Gender Bender diretto da Daniele Del Pozzo ha qualcosa di unico: diversamente dalle molte rassegne queer italiane, spesso ‘chiuse’ nella specificità LGBT, è da sempre appassionato alla fluidità sessuale intesa come mezzo per la rappresentazione artistica della realtà, andando ben al di là di certe norme codificate, aprendosi a tutte le contaminazioni culturali (cinema, danza, teatro, musica, fotografia, eccetera) in nome di una vera libertà espressiva.
La quattordicesima edizione si aprirà dopodomani, anche se in realtà c’è già stata un’anticipazione il 20 ottobre con l’anteprima del doc Mapplethorpe, look at the pictures di Fenton Bailey e Randy Barbato, sul grande fotografo gay Robert Mapplethorpe, proposto solo oggi come evento nelle sale The Space, distribuito da Wanted Cinema e Feltrinelli Real Cinema.
La selezione cinematografica raccoglie il meglio della produzione internazionale contemporanea: dal pluripremiato La belle saison di Catherine Corsini (probabilmente il miglior film lesbico dell’anno scorso) alla ronde notturna parigina di Théo & Hugo dans le même bateau, che si apre con la scena più sulfurea degli ultimi tempi, una testosteronica gang bang all’interno di un sex club. Ma ci sono anche il commovente Holding the Man, il doc-shock Chemsex sulla dipendenza dalle droghe negli ambienti gay londinesi, il buon israeliano Barash, il discreto melò cubano-irlandese Viva, un cine-omaggio a Luki Massa, recentemente scomparsa, e molto altro (trenta in tutto i titoli).
Assai ricca la proposta della sezione danza, con i nomi più interessanti del panorama contemporaneo: Igor e Moreno, i Whoshing Machine, Chiara Frigo, Giorgia Nardin, Alexander Vantournhout, Riccardo Buscarini, Phia Ménard, Chiara Bersani, Itamar Serussi Sahar, Paolo Mangiola, Lara Russo, James Cousins, Antonia Baehr, Valérie Castan e il Balletto di Roma. Tra gli spettacoli teatrali, spicca l’ultima creazione dei Motus, MDLSX, monologo-performance scenica sull’ermafroditismo incarnato dalla duttilità corporea di Silvia Calderoni. Torna anche Teatro Arcobaleno, un progetto rivolto ai bambini e alle loro famiglie che utilizza il linguaggio teatrale per promuovere il rispetto delle differenze, viste come portatrici di ricchezza culturale.
Presso il centro di documentazione del Cassero sarà possibile visitare l’esposizione Transpilipinas del giovane artista Victor H. Garcia, un viaggio artistico che documenta la realtà LGBT del Paese cattolico più grande del sudest asiatico, seconda nazione al mondo per popolazione apertamente transgender, transessuale e crossdresser dopo la buddista Thailandia. Un percorso visivo in tre diverse isole, nelle città di Boracay, Tagbilaran e Manila per immergersi nelle vite di dodici persone trans di età, occupazione e background diversi.
Produce il centro LGBT Cassero di Bologna col patrocinio del Comune, della Regione Emilia Romagna e dell’Università cittadina.
Trovare ulteriori informazioni sul sito genderbender.it.
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