L’NCD ci riprova, quasi in sordina, sul finire di agosto, mentre tutti sono concentrati sul viaggio di Renzi in Iraq e sulla sua vacanza in Versilia. “Ho fatto presente al ministro Orlando, durante l’incontro dei gruppi di maggioranza presso il ministero della Giustizia, che l’intesa positiva che si sta costruendo sul tema della responsabilità civile dei magistrati e sulla riforma del CSM, oltre a quella sulla giustizia civile – ha dichiarato Carlo Giovanardi, capogruppo del partito di Alfano in Commissione Giustizia al Senato, all’Asca -, non può essere contraddetta in settembre in Commissione Giustizia del Senato dove sono all’ordine del giorno argomenti assolutamente divisivi come il disegno di legge Scalfarotto sull’Omofobia e quello del Pd sulle Unioni civili”. L’invito, è a mettere da parte le due questioni più urgenti per la comunità lgbt italiana: la lotta all’omofobia e il riconoscimento delle unioni. Ma il tentativo si spinge oltre, ovvero a bloccare del tutto la discussione su questi temi, trasformati in arma di ricatto sulla stabilità della maggioranza. “Ho chiesto innanzitutto che il Governo non intervenga con suoi disegni di legge se non condivisi dall’intera maggioranza – ha continuato Giovanardi – e che non vengano comunque trattati in commissione bloccando così il sollecito iter delle riforme concordate”.
Secondo quanto affermato dal senatore dell’NCD, “il ministro Orlando ha preso atto di queste richieste e data la delicatezza del tema, si è riservato di parlarne con il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi”.
Un ricatto, quello di Giovanardi, che trova la risposta della senatrice del Pd Monica Cirinnà, relatrice del testo sulle unioni civili.
“A Giovanardi ricordo che quello di Renzi è il governo del fare presto e bene e non della paralisi – dichiara Cirinnà a Gay.it -. Quello che lui vuole non è nelle corde di questo governo e di questa maggioranza”. “In commissione abbiamo deciso tutti insieme di portare avanti il lavoro sulle unioni arrivando al termine della discussione – ricorda la senatrice -, termine che serve a me come relatrice per poter modificare il testo base dopo aver sentito le istanze di tutti”. “Certo, se l’istanza è quella di non fare niente – continua – non posso recepirla, ma sono convinta che non tutto il partito di Giovanardi la pensa come lui e che un accoro si possa trovare”.
“Se il governo vorrà fare un decreto bene, sempre nel rispetto del lavoro del parlamento – conclude Cirinnà -. Ma io sconsiglio un decreto ex novo. Ben vengano alcuni emendamenti correttivi per accogliere le istanze dell’NCD. E se l’argomento divisivo è l’articolo 3 (quello che prevede che tutte le leggi che riguardano il matrimonio vengano estere alle unioni civili, ndr), sappia Giovanardi che è già pronta la lista delle singole leggi e che su ognuna delle quali siamo pronti ad aprire il confronto”.
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