Giuliano Costalunga è finito sulle prime pagine di tutta Italia il mese scorso, in quanto prete volato in Spagna per sposare l’amato Pablo, suo storico collaboratore conosciuto durante gli anni di sacerdozio.
Il vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, aveva attaccato a testa bassa l’ex sacerdote, suscitando la sua inevitabile reazione. Oggi Costalunga torna d’attualità grazie ad una lettera scritta di proprio pugno al ministro dell’interno, nonché vicepremier, Matteo Salvini.
24 ore dopo gli affondi leghisti nei confronti delle famiglie arcobaleno, Giuliano si è così rivolto al leader della Lega Nord.
“Egregio ministro,
mi chiamo Giuliano Costalunga, cittadino italiano che, dopo 22 anni di ministero sacerdotale svolto tra le province di Rieti e Verona, come gay ho trovato anche un amore terreno, oltre a quello divino che non rinnego. Le confido che mi lasciano alquanto sconcertato le affermazioni sue e del sig. Fontana.
Credo che ogni cittadino italiano meriti di sentirsi tutelato dal suo governo, ma ahimè così non sembra essere. Pur sapendo che anche l’Italia si è proclamata uno Stato aconfessionale, lei sembra incarnare lo stesso spirito di quanti la hanno preceduto nel tentativo di conquistare l’elettorato cattolico ed i favori del Vaticano”.
Un elettorato cattolico, va detto, negli ultimi giorni scosso dall’ultimo numero di Famiglia Cristiana, uscito in edicola con una prima pagina decisamente avversa a Salvini, con un suo primo piano e una scritta inequivocabile: ‘Vade Retro‘.
“Mi riferisco“, ha proseguito Costalunga, “alle prese di posizione in merito alle famiglie arcobaleno. Proprio per questo, con dolore ho lasciato l’Italia per approdare a Gran Canaria, isola spagnola dove il rispetto della diversità è norma di vita. Ma perché uno deve andarsene dal proprio paese per poter vivere con trasparenza e normalità il proprio sentire? Perché in Italia una famiglia arcobaleno viene considerata qualcosa di abominevole, quando invece spesso l’abominio si cela proprio dentro quelle che lei sembra considerare le uniche famiglie accettate dal “suo” governo? Come avrà capito, io non l’ho votata nelle ultime elezioni, pur avendo qualche iniziale simpatia legata soprattutto al controllo degli sbarchi per favorire una immigrazione dignitosa e quindi rispettosa sia del popolo italiano, sia degli immigrati stessi. Le “sparate” degli ultimi tempi sue e di Fontana (veronese come me, purtroppo) mi hanno fatto perdere ovviamente questa iniziale simpatia. Si ricordi – mi permetto di scriverlo – che lei è ministro di un popolo, quello italiano, che è composto anche di gente come me, come mio marito, come tante lesbiche, bisessuali e trans che vogliono solo esprimere amore ed insegnare il rispetto. Quel rispetto che lei e Fontana certo non dimostrate di avere per noi. Invoco su lei e su questo governo l’aiuto dello Spirito Santo perché sappiate fare davvero il bene di tutto il popolo italiano, di ogni persona che appartiene a quel meraviglioso Paese che è l’Italia. Il bene anche mio e di tanti che la pensano come me e che hanno il sacrosanto diritto di essere tutelati come persone, come cittadini“.
Si attendono, ovviamente, le risposte dei ‘cattolici’ Salvini e Fontana.
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