E’ ora di parlare di GPA? E’ quello che si augura la senatrice del Partito Democratico Monica Cirinnà, paladina dei diritti LGBT e madre della legge sulle unioni civili. La Gestazione per Altri è un tema complesso, da molti appoggiato e da tanti altri criticato. Per alcuni mercifica il corpo della donna, identificandolo come un “utero in affitto“, come viene anche definita la pratica della maternità surrogata. Per altri, si parla invece dell’autodeterminazione del corpo di tutte le donne.
Monica Cirinnà, a proposito del tema, chiede una discussione franca e laica sulla gestazione per altri, “lasciando da parte ogni chiusura pregiudiziale e soprattutto conservando il rispetto per le persone che ricorrono a questa pratica“. Nessuna chiusura, nessuna critica data dai pregiudizi e dalla scarsa informazione. E ricordando, in particolare, che si sta parlando di una vita. Una nuova vita.
GPA: conoscenza e attenzione
Nel suo intervento condiviso sull’Huffington Post, Monica Cirinnà spiega:
Sono convinta che la riflessione sulla GPA richieda conoscenza e attenzione.
Conoscenza della pluralità di esperienze e modelli normativi che, nel mondo e anche in paesi a noi vicini (Regno Unito, Grecia, Portogallo), hanno provato a regolarla.
Attenzione alle ragioni profonde di scelte che ad alcuni possono sembrare inaccettabili e lontane, ma che possono anche rappresentare espressioni dell’autodeterminazione e, dunque, della dignità delle donne. Cosa, per altro, riconosciuta anche da corti costituzionali come quella portoghese.
La sua riflessione però pone dei paletti. Non si può pensare alla GPA come un metodo di sfruttamento, motivato solamente dai soldi. Perché se così fosse, l’autodeterminazione citata poche righe più su perderebbe il suo senso.
La gestazione per altri, ricordiamolo, corrisponde a un desiderio di genitorialità verso il quale si può essere più o meno empatici ma che, allo stesso tempo, non può essere ignorato. Nelle esperienze di GPA sono coinvolte donne e rifiuto l’idea che di loro si parli solo come sfruttatrici o vittime di sfruttamento.
E’ bene ricordare che la maternità surrogata non si rivolge solo alle coppie gay
Monica Cirinnà, nella sua riflessione sulla maternità surrogata, non si rivolge solo alle coppie gay, essendo una pratica adottata dalle coppie LGBT per avere un figlio. Ma parla di donne che danno il loro aiuto anche per altre donne che non possono avere figli, per coppie etero con lo stesso problema, o chi desidera ardentemente diventare genitore, anche se single.
Ma ci sono già proposte?
Al momento, ci sono due proposte sulla GPA. Una è stata avanzata dall’associazione Luca Coscioni, un’altra dal portale Articolo 29. Diverse tra loro, hanno comunque molti punti in comune, atti ad assicurare:
la piena tutela della salute e della dignità delle persone coinvolte, adeguati strumenti di controllo e, soprattutto, requisiti stringenti per evitare rischi di commercializzazione o sfruttamento.
Ma al centro di tutto, tolte le posizione ideologiche che ogni persona può avere, si deve sempre tenere a mente l’autodeterminazione del proprio corpo. Quell’autodeterminazione “che non può essere banalizzata, strumentalizzata, né calpestata, sia che si tratti di completare una gravidanza, sia che si tratti di interromperla“.
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Per secoli , millenni , i "bambini" sono venuti al mondo senza essere programmati , quasi una conseguenza inevitabile di un atto sessuale . Adesso che la scienza e la società civile hanno il pieno controllo a favore del benessere dell'Umanità ,senza tener conto dei pregiudizi o delle obsolete regole religiose , alcuni tradizionalisti temono per il loro potere basato sull'ignoranza . Se è possibile per una donna disporre e sfruttare - in piena libertà e conoscenza - del proprio corpo, non comprendo perché non possa prestarsi , anche a pagamento , alle tecniche della GPA .I.M.H.O.