Hong Kong è stata inserita tra le 17 città in giro per il mondo in lizza per ospitare i “Gay Games”, il più grande evento sportivo LGBTI al mondo, che si terranno nel 2022: i prossimi giochi, quelli del 2018, verranno ospitati da Parigi. Insieme ad Hong Kong anche Los Angeles, San Francisco (che ha già ospitato la prima edizione nel 1982), Tel Aviv e Cape Town.
La notizia fa discutere perché Hong Kong è una città dove la vita per gli omosessuali non è così facile: se pur non esista alcuna legge discriminatoria o lesiva nei confronti della comunità LGBTI, di fatto non vi è neppure alcuna legge a tutelarla. Nel 1991 venne emanata una ordinanza che vieta la discriminazione e la violenza verso chiunque in base al proprio sesso, razza o sessualità, ma venne pensata solo per il settore pubblico e non per quello privato. Più in generale in Cina l’omosessualità non è più un reato solo da pochi decenni, e tuttavia vi è una diffusa omofobia nel Paese, specie nella distretti dislocati più lontani dalle grandi città: ricordiamo benissimo il caso da noi riportato di Sun Wenlin e Hu Mingliang, che avevano chiesto il riconoscimento dell’unione civile alla corte di Changsha, prontamente rifiutato.
I “Gay Games” sarebbero un’occasione unica per gettare una luce sui diritti LGBTI a Hong Kong e in senso lato in Cina: all’ultima edizione, tenutasi a Cleveland in Ohio, hanno partecipato 10.000 atleti da 60 Paesi, tutti omosessuali, lesbiche o transessuali. “Ospitare i giochi a Hong Kong provocherebbe un grande cambiamento perché il tizio che lavora da Starbuck o il taxista avrebbero un approccio diverso alle persone LGBTI”, dice Dennis Philipse il fondatore di Out in HK, una organizzazione LGBTI per lo sport che si sta battendo per ospitare le Olimpiadi gay, cercando di assicurare attraverso partnerships con privati e aziende la buona riuscita di una eventuale scelta, attraverso la realizzazione di progetti per infrastrutture e stadi. “Al loro quarantesimo anniversario, è necessario che i Gay Games tornino al loro scopo originario, che è quello di piantare delle bandiere rainbow in nuovi campi, dove la promozione dell’uguaglianza potrebbe avere gli effetti maggiori”.
È ancora presto per sapere la città prescelta, che verrà rivelata ad ottobre del 2017: non possiamo far altro che sperare, per tutta la comunità LGBTI cinese, e monitorare il sito dell’evento!
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