Il castigatore dei leader PD

Si chiama Daniele Viotti e sta diventando l'incubo dei dirigenti del PD: li avvicina, chiede conto della loro posizione sulle nozze gay, riprende tutto con il cellulare e pubblica i video in rete.

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4 min. di lettura

Sei diventato un fenomeno del gaio web grazie alle tue interviste in cui inchiodi i leader del PD sui temi del matrimonio gay e delle coppie di fatto. Castigatore, iena o semplice intervistatore, quale definizione ti piace di più?
Sono solo un militante lgbt. Faccio parte di Quore che è un’associazione gay di Torino e di "Vorrei ma non posso" che è una campagna di comunicazione sul matrimonio gay. E poi sono un iscritto al Partito Democratico.

Come hai avuto l’idea delle videointerviste?
Mi è venuta senza programmare nulla quando mi sono trovato davanti a Pierluigi Bersani. Quando è sceso dal palco della festa democratica di Torino si è messo a girare per gli stand ed è arrivato a quello di "Vorrei ma non posso". A quel punto non potevo non fargli delle domande. Da lì ne è venuto fuori un sipartietto poco edificante per il mio segretario. Poi è toccato a Massimo D’Alema e Rosi Bindi.

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Però c’è qualcuno che ti aiuta nell’iniziativa. Chi è che riprende e pubblica i video?
Siamo una squadra di una quarantina di volontari e volontarie. C’è chi fa il regista e gira sempre con la telecamera in mano ma ripeto che non era una intervista programmata. Da militante ho avuto la fortuna di fare quelle domande ai politici del PD, tutto qua.

Eppure le tue interviste hanno avuto un gran successo. Te lo aspettavi?
Effettivamente i video sono stati molto rilanciati sui social network. Forse perché quando un politico non dice banalità la gente si interessa, ascolta e commenta.

Chi pensi di aver messo più in difficoltà tra i tre?
Credo Bersani perché ho l’impressione che lui vorrebbe fare un provvedimento sulle nozze gay ma il resto del partito lo freni per paura di perdere voti. A differenza degli altri due lui mi guardava negli occhi e quindi ho potuto cogliere l’imbarazzo di chi avrebbe voluto dirmi "vorrei ma non posso". D’Alema lo vedo totalmente disinteressato all’argomento mentre Rosi Bindi è impaurita, forse anche per la sua provenienza dal mondo cattolico.

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Bersani però propone una legge sulle unioni civili "alla tedesca". Renzi vorrebbe il modello "all’inglese"
Parlare di unioni civili mettendoci aggettivi come "tedesche" o "inglesi" non significa nulla. Sia Bersani che Renzi devono dirmi cosa c’è dentro queste proposte. C’è l’assistenza, l’eredità, ci sono le adozioni? Se poi Bersani vuole fare una legge per introdurre unioni civili uguali al matrimonio, come gli ho sentito dire, allora gli chiederemo perché non introdurre direttamente il matrimonio.

Penso che il timore sia quello che dopo il matrimonio arrivi la richiesta delle adozioni
La politica deve guardare in faccia alla realtà. In questo paese ci sono già 100 mila bambini, una città come Novara, che vivono con famiglie omogenitoriali. Qualunque legge facciano non potranno mai impedire alle coppie gay di andare all’estero ad adottare un bambino.

Voterai alle primarie del PD?
Andrò sicuramente a votare perché lo ritengo un dovere di iscritto e militante ma non so se voterò uno dei candidati. Spero però di poter votare i referendum interni proposti da Prossima Italia e Pippo Civati fra cui quello sui matrimoni gay. Il PD è un partito moderno tanto che sceglie il suo segretario con le primarie; in caso di forte indecisione su un argomento del programma non vedo perché non dovrebbe far esprimere i suoi elettori. E guarda, non dico: "facciamo i referendum così vinciamo", dico piuttosto: "facciamoli così vediamo cosa pensano davvero gli iscritti del PD".

Chi sarà la tua prossima vittima?
Venerdì verrà Veltroni, se si presenterà l’occasione per fargli qualche domanda, volentieri. Però aspetto Renzi. Ho tantissimi amici che hanno costituito il comitato di sostegno per lui a Torino e voglio fargli delle domande.

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Qual è la mostruosità che hai sentito dai politici che hai intervistato e che ti ha più colpito?
La cosa che più mi turba è il continuo riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale usata per motivare il no alle nozze gay. Non si può usare una sentenza così importante stravolgendo quello che c’è scritto e pretendere che la gente ci creda perché tanto non se l’andrà mai a leggere. Fra poco usciremo con una campagna di informazione su questo. Il brutto è che lo sanno di dire delle mostruosità. C’è chi alla fine dell’intervista, a telecamera ormai spenta, mi ha detto: "Domani riprenderanno a torturarmi sui social network".

Si può sapere chi lo ha detto?
Non è importante chi l’ha detto ma il senso è che anche loro sanno che stanno affrontando questo argomento nel modo sbagliato.

di Daniele Nardini

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