“Sarà ancora possibile dire mamma e papà? La famiglia al tempo del gender”. E’ questo il terroristico titolo del convegno organizzato alla Casa delle Culture di Arezzo, nella civile Toscana, giovedì 17 settembre alle ore 21. Interverrà l’ormai mitico Gianfranco Amato, Presidente dei Giuristi per la Vita, di cui abbiamo già scritto molte volte per le sue tesi omofobe e racapriccianti. Organizzato dall’Associazione aretina “Il Baluardo”, il convegno ha però ottenuto anche un prestigioso riconoscimento: il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Arezzo, guidata da non molto dal centrodestra (clicca qui per la delibera ).
Nella delibera, l’orientamento del Comune di Arezzo e della sua Giunta, guidata da giugno dal Sindaco Alessandro Ghinelli (nella foto) del centrodestra, 63 anni, ingegnere, docente dell’università di Firenze, è molto chiaro: “visto il programma dell’iniziativa – si legge -, per la quale si prevede la relazione del Professor Gianfranco Amato, presidente dell’Associazione Avvocati Giuristi per la Vita, sul tema del diritto inalienabile alla vita e sull’ideologia gender“, “considerato che il tema dell’evento è volto a favorire la comprensione del fenomeno culturale delle teorie di genere e delle sue complesse ricadute sociali, politiche e antropologiche introducendo aspetti essenziali per la cognizione delle problematiche che si muovono su questa materia” si concede il patrocinio per “l’interesse culturale e l’importanza sul piano sociale dell’iniziativa sopra descritta”. Punto e a capo.
Da noi contattato telefonicamente, Alessandro Ghinelli, Sindaco della cttà toscana, ci ha risposto con grande cordialità: “Non conosco personalmente Gianfranco Amato, so solo che è un difensore della vita e sostanzialmente un cattolico. Io credo che un Comune abbia la necessità ed il dovere di dare voce a tutte le posizione su tutti gli argomenti e specialmente questo, molto scottante, della esistenza o meno della teoria ‘gender’. Sull’argomento ho sentito tutto ed il contrario di tutto: il fatto che venga richiesto da una associazione locale di parlare di questa ‘teoria gender’ ed invitare chi, come Amato, ne è un assertore, a me pare positivo. Voglio sentire cosa dice Amato e quindi andrò all’iniziativa: se possibile, dopo un saluto iniziale, mi fermerò a sentirla”. Da noi sollecitato, il Sindaco poi ci ha rassicurato che presto incontrerà il circolo Arcigay locale e minimizza il patrocinio: “Non credo che si debba negare a nessuno il diritto di parola. Molte di queste associazioni sono prive di mezzi e il patrocinio è un modo per dar loro gratuitamente un luogo dove riunirsi che, come in questo caso, è di proprietà comunale”.
Immediata la reazione del movimento lgbt aretino. “Con grande rammarico e preoccupazione veniamo a conoscenza della concessione del patrocinio da parte del comune di Arezzo ad un convegno omofobo e allarmistico, prova del clima che questa nuova amministrazione sta cercando di instaurare nella nostra città. Clima di paura e intolleranza che potrebbe facilmente giustificare ulteriori azioni violente contro persone omosessuali e transessuali, come giá accaduto più volte in molte realtá. Siamo fiduciosi però che nessun convegno che veicoli paure e discriminazione abbia successo ad Arezzo, città dove la cultura dell’eguaglianza e del rispetto è fortemente radicata. Ci auspichiamo che il comune di Arezzo non abbandoni la strada del dialogo e del rispetto e che questa sia l’amministrazione non di alcuni ma di tutti i cittadini e le cittadine. Invitiamo inoltre la città ad unirsi a noi nella lotta alla discriminazione, all’omofobia e continuare a tenere alta la bandiera della nostra civiltà.” Questa la dichiarazione di Veronica Vasarri presidente di Arcigay Arezzo.
Relatore del convegno, come detto, sarà Gianfranco Amato, presidente di “Giuristi per la Vita”, una delle associazioni che più strenuamente si batte contro ogni riconoscimento dei diritti delle persone lgbt, a partire da una legge giusta contro l’omofobia fino al diritto al matrimonio e alla genitorialità per le coppie gay e lesbiche. Tra le tante dichiarazioni illuminate del nostro Amato Gianfranco, ne ricordiamo una per tutte: l’anno scorso, in una intervista al Giornale, dichiarò che “«se essere omofobo significa considerare l’omosessualità un peccato, ritenere che il sesso debba essere aperto alla trasmissione della vita, credere nei precetti della Chiesa, allora mi autodenuncio: dichiaro pubblicamente e con orgoglio ai funzionari dell’Unar di essere un omofobo. Mandino nel mio studio gli agenti dell’Oscad ad arrestarmi. Li aspetto”. Ed ora, ad Arezzo, Amato avrà finalmente il suo palco, col patrocinio dell’Amministrazione Comunale.
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