Se un tempo il termine "cornuto" era fra i più insopportabili, oggi le parole che feriscono l’ogoglio nel profondo sono mutate. lo ha stabilito una rcierca-siondaggio condfotta dal peridodico scientifico Focus insieme al massimo esperto linguista specializzato nel turpiloquio, Vito Tartamella (è suo il saggio di psicolinguistica Parolacce, pubblicato da Bur).
Sul sito della rivista sono state ben 2.615 persone a rispondere all’appello giudicando in una lista di 152 parolacce quelle ritenute più offensive. Il giudizio da esprimere in modo del tutto anonimo andava da 0 (per niente volgare/offensivo) a 3 (estremamente volgare/offensivo).
Ad anticipare all’AdnKronos i risultati dello studio è proprio Tartamella che spiega: si tratta di «una delle indagini linguistiche più corpose svolte in Italia e l’unico a fotografare in modo significativo la percezione attuale delle parolacce, al di là delle impressioni dei singoli». E i risultati potrebbero addirittura «essere utilizzati anche nelle aule di tribunale, per dare al giudice il peso di un insulto in una querela per diffamazione».
Ma ecco i risultati del ‘Volgarometro’. Gli insulti meno sopportatibili secondo il campione sono quelli che indicano la violazione delle leggi ("mafioso", "ladro", "infame") e le attività sessuali, ("puttana" per le donne e "frocio" per gli uomini). «In quest’ultimo campo, nonostante l’apparente libertà di costumi – commenta Tartamella -, prevale ancora una visione maschilista e omofobica».
Sono giudicate molto offensive e volgari anche le espressioni che riguardano malattie, morte, bruttezza, disabilità: le maledizioni e gli insulti fisici sono tra le categorie più insopportabili. Quasi per nulla offensive, invece, alcune parole entrate quasi nell’uso comune: terrone, sfigato, crumiro, buffone, rifatta/siliconata, sbirro, ostia, che palle, ballista.
Giudicati meno pesanti anche, in ordine decrescente, quelli classisti come pezzente, barbone, proletario, quelli etnici come negro o terrone, e quelli religiosi come talebano e bigotto. «Oggi – spiega Tartamella – le differenze di classe sono diventate più sfumate, e c’è più tolleranza verso le diverse fedi religiose".
Per una volta gay e etero, soprattutto quelli omofobi, sono d’accordo: il termine "frocio" è decisamente offensivo.
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