Si torna indietro di 7 anni, riaccendendo una vecchia polemica nata appunto nel 2012. Protagonista della storia era Immanuel Casto e il suo gioco di carte “Squillo”. Questo è un gioco per adulti e per gli amanti del black humor, e non è per niente uno strumento didattico, come spiega il cantante. Il Messaggero, oggi, riprende però le critiche di alcuni parlamentari, in particolare della deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi, la quale ha scritto un post su Facebook commentando:
Mi chiedo come si possa immaginare di creare un gioco in cui si usano le prostitute come pedine, con una gara tra papponi. Non c’è niente di divertente nella vita d una donna sfruttata e obbligata a vendere il proprio corpo. Non c’è niente di vincente in uomini che schiavizzano quelle donne e alimentano i traffici della criminalità organizzata. Mi auguro che il gioco venga ritirato subito si interrompa questa vergogna.
Sempre da Italia Viva, arriva il commento anche di Lisa Noja per Immanuel Casto:
Che piega sta prendendo il mondo? Vale tutto? È uscito un nuovo “grandioso” gioco dove ci si diverte a fare i papponi. Si chiama #squillo. Chiediamo un’immediata rimozione dal mercato. Non si scherza sulla piaga dello sfruttamento della prostituzione.
E dal Pd, Emanuele Fiano:
Si sta impazzendo veramente, un gioco per gestire le prostitute e diventare papponi. E non parlatemi di ironia.
La scheda che appare on line, sul sito della azienda che lo commercializza, illustra le regole e lo spirito del gioco. In pratica in Squillo ogni giocatore interpreta il ruolo di sfruttatore di prostitute. Il compito di ognuno è «gestire le escort, le battone di strada (sic) e giovani promesse. Ognuna di queste – si legge – ha una propria particolarità, parcella e ricavato finale in caso di affari non andati a buon fine, e nel caso la successiva vendita degli organi». Avete letto bene: «vendita di organi».
Immanuel Casto risponde alle critiche
E’ lo stesso Casto a intervenire sulla questione, attaccando Il Messaggero che secondo il cantante avrebbe lo solo scopo di ravvivare una vecchia polemica.
Preferisco commentare invece l’articolo, che definisce il gioco “molto simile al Monopoli” e, tentando di descriverne le meccaniche, parla di “fare punti”. Tutto questo non ha nulla a che vedere con il gameplay, a dimostrazione che chi scrive non si è preso nemmeno il disturbo di leggere un articolo di Wikipedia.
Spiega in un post su Facebook. La polemica è sorta per prima dal quotidiano Il Mattino, il quale ha voluto collegare il gioco di Immanuel Casto alla maglietta sessista del Carrefour, il cui disegno istigherebbe al femminicidio e che è stata subito tolta dal mercato.
Infine, sempre Casto chiede di fare il nome delle “numerose associazioni” che avrebbero chiesto l’immediato ritiro dal mercato di “Squillo”.
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