Sì, avete letto bene. A dichiararlo è stato il presidente iraniano Ahmadinejad davanti ad un’attonita platea di studenti della Columbia University di New York.
Il leader musulmano, negli Usa per partecipare ai lavori della conferenza dell’Onu, è stato invitato a parlare al prestigioso ateneo statunitense ed accolto dal preside in persona, Lee Bollinger, che lo ha presentato come un crudele dittatore. "Lei è un dittatore crudele perché perseguita gli oppositori, non rispetta le donne e fa mettere a morte gli omosessuali, la negazione della Shoa è una vergogna che deve cessare, distruggere Israele significa distruggere anche noi – ha detto Bollinger -, ci spieghi perché sostiene il terrorismo e vuole ottenere l’atomica".
Ahmadinejad non ha perso la pazienza e non si è affatto scomposto dilungandosi prima in una lunga e a tratti accattivante dissertazione sulle ragioni del popolo palestinese contro quello israeliano e sul diritto di detenere l’atomica. E poi ha dichiarato: "Rispettiamo i diritti delle donne come nessun altro Paese. Da noi le donne occupano cariche importanti. In Iran non esistono gli omosessuali come qui da voi. In Iran non abbiamo questo fenomeno, non so chi possa avervi detto il contrario".
Il boato della folla che ascoltava è stato naturale quanto inevitabile. Negare l’esistenza di omosessuali in Iran, significa, conseguentemente, negare la pena di morte e le torture a cui vengono sottoposti dalle forze dell’ordine tutti i giovani gay iraniani e di cui tutti abbiamo visto le immagini e letto le storie.
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