Judson P. Deere ricopre attualmente il ruolo di Assistente speciale del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump nonché quello di Vice Segretario Stampa della Casa Bianca. Gay dichiarato, come riportato da Queerty, Judson P. Deere ha respinto la tesi che assocerebbe il costante aumento di omofobia in America negli ultimi anni alle campagne anti-LGBT del tycoon.
Deere ha replicato ad un documento pubblicato dal Southern Poverty Law Center (SPLC), ovvero un report annuale sui gruppi d’odio negli Stati Uniti. Se complessivamente sono scesi in un anno dai 1.020 del 2018 ai 940 del 2019, all’interno di questi numeri c’è stato però un +43% legato proprio ai gruppi omofobi, passati dai 49 del 2018 ai 70 del 2019. Questo perché “il sentimento anti-LGBTQ nel Partito repubblicano”, rimarca il report, “sta aumentando, dopo anni di progressi in materia di diritti civili e crescente accettazione da parte del più vasto pubblico americano”. Tra i gruppi d’odio contro la nostra comunità spicca il Family Research Council presieduto da Tony Perkins, appena promosso all’interno dell’amministrazione Trump.
Ma il portavoce stampa Deere, interrogato in tal senso dalla NBC, ha rigettato il report. A suo dire, infatti, la più che rispettabile SPLC sarebbe un’organizzazione “di estrema sinistra”, a tal punto da definire “disgustose” le sue conclusioni.
Mentre la sinistra radicale ha montato false accuse nei confronti di una presunta e crescente omofobia, il presidente ha assunto e promosso americani LGBTQ ai più alti livelli di governo, comprese posizioni all’interno della Casa Bianca, agenzie di gabinetto e ambasciatori. Il presidente ha lanciato una campagna globale per depenalizzare l’omosessualità. Si è impegnato a porre fine alla trasmissione di nuovi casi di HIV negli Stati Uniti entro 10 anni.
Peccato che Trump sia lo stesso ad aver tagliato miliardi di fondi per la ricerca contro l’HIV/AIDS. Deere, da poco più di un anno Assistente speciale del Presidente e Vice Segretario della Stampa alla Casa Bianca, ha sempre difeso il rosso Donald dagli attacchi in arrivo dalla comunità LGBT, giustificando persino il tanto contestato divieto ai soldati transgender. A suo dire, infatti, la loro presenza va ad “erodere la prontezza militare”.
“Il presidente si oppone alla discriminazione e odia la violenza, tutta, in qualsiasi forma”, ha continuato Judson, suscitando l’ira social delle persone LGBT d’America. Deere, effettivamente, non è l’unico gay dichiarato nello staff presidenziale, essendoci anche Richard Grenell, Direttore dell’Intelligence Nazionale, convinto di essere un ‘cristiano migliore’ proprio perché omosessuale.
La GLAAD sta conteggiando tutti gli attacchi omofobi arrivati dall’amministrazione Trump dal momento in cui si è insediata. Attualmente siamo arrivati a quota 136 dichiarazioni o misure anti-LGBTQ in 1.168 giorni di presidenza.
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Il punto non è cosa pensa Trump dei gay, il punto è che provvedimenti adotta e che dichiarazioni fa il complesso della sua amministrazione. A cominciare dal vice Mike Pence, paladino delle terapie riparative, alla componente del partito repubblicano che più convintamente sostiene, anche in termini economici, Trump, che è proprio quella più omofoba ed intrisa di fondamentalismo religioso, è evidente che questa amministrazione non ha alcun interesse a migliorare la condizione delle persone lgbt. L'unico motivo per cui questa amministrazione non ha fatto disastri è per ragioni elettorali, non per convinzioni ideali pro-lgbt. Infatti i voti degli omofobi già li hanno, tuttavia, grazie al lavoro fatto dalla comunità lgbt americana, la stragrande maggioranza dell'elettorato, compresi i repubblicani, soprattutto i giovani repubblicani, disapproverebbe fortemente un'amministrazione che aggredisse frontalmente la comunità lgbt.