La vicenda del coro gay Komos ha appassionato molto. Prima ospiti di Arcigay Bologna, dopo alcune incomprensioni con l’associazione avevano chiesto e ottenuo rifugio nella chiesa della Beverara e infine erano stati cacciati anche dalla parrocchia a seguito di una lettera della Curia bolognese che imponeva a don Nildo Pirani, l’anziano parroco della Beverara, di allontanare i cantanti. A quel punto il destino del coro, se non si fosse trovato un posto per le prove, sembrava segnato al punto che il suo direttore e fondatore, Paolo Montanari, aveva rivolto un appello all’amministrazione comunale e alla città.
Ma come sappiamo benissimo il destino spesso ama prendersi gioco delle nostre certezze ed ecco che arriva la notizia "shock". Il 21 dicembre prossimo il coro Komos si esibirà, udite udite, nella chiesa di San Bartolomeo della Beverara, alla presenza di parroco e parrocchiani.
Alza le mani padre Nildo che dichiara, probabilmente con un po’ di sarcasmo e con la stesse determinazione di qualche mese fa:
"Stavolta non centro nulla. Il concerto si svolgerà nell’ambito della rassegna le Voci del Reno, l’associazione guidata dal maestro Daniele Piombini. La serata del 21 poi è stata affidata a uno dei cori della rassegna, Quadriclavio, che ha invitato a cantare il coro della chiesa e il coro Komos. Che potevo fare io? Non posso dire che non voglio il coro gay in Chiesa. Il cardinale mi impedì di ospitare quel coro per le prove perché esisteva una lettera della Congregazione per la dottrina della fede che metteva in guardia i sacerdoti dal concedere l’uso di sale ai gay. Stavolta voglio vedere se la Curia mi dice qualcosa".
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