“Finocchio di merda, stasera sei invitato.a cena….. porta anche i tuoi amichetti, mi raccomando!!!” e una foto con una tavola imbandita con attorno dei cappi. Il messaggio, apparso su Twitter era rivolto a Tommaso Cerno, giornalista dell’Espresso, dichiaratamente gay, reo di avere scritto a favore dell’apertura di una spiaggia riservata ai turisti lgbt a Lignano Sabbiadoro. Inutile dire che gli utenti di Twitter e non solo si sono mobilitati in massa per esprimere solidarietà al giornalista che ha tenuto a precisare come messaggi del genere colpiscano quotidianamente moltissimi ragazzi gay i quali, non avendo la stessa visibilità e la stessa popolarità, diventano vittime di ferite spesso insanabili.
Una spiaggia gay, dunque, all’origina di tutto. Perché sarebbe questa la ricetta per risollevare le sorti di Lignano Sabbiadoro, una volta affollatissima meta estiva, da qualche tempo un po’ in crisi, vuoi per il momento economico non favorevole, vuoi per la difficoltà a rinnovare l’offerta.
La proposta è arrivata non dalla comunità lgbt o da qualche associazione, ma dallo studio Four Tourism che ha delineato una serie di ipotesi proprio per il rilancio del litorale friulano. Insieme alle offerte per le famiglie, dunque, anche una riservata alle coppie gay. Non una ghettizzazione, tengono a precisare dallo studio, ma un luogo dove le coppie formate da persone dello stesso sesso sappiano di poter trovare un’atmosfera a loro favorevole.
Ma la proposta non ha mancato di scatenare polemiche. Se da una parte, infatti, la presidente del Consorzio Spiaggia Viva, Donatella Pasquin, che rappresenta i concessionari balneari di Lignano Sabbiadoro, Pineta e Riviera ha accolto con favore l’idea di una spiaggia gay, il presidente provinciale di Federalberghi Confcommercio e albergatore lignanese, Bruno Della Maria, attacca a testa bassa. “Chi ha fatto questo genere di proposta – ha dichiarato Della Maria al Messaggero Veneto – almeno dovrebbe dire come fare, che nuovi tipi di servizi introdurre, quali soluzioni adottare altrimenti fare queste sparate è controproducente per la stessa città. Così ci facciamo solo del male”.
Dello stesso avviso anche il Comitato Turisti Lignano che, sempre secondo il quotidiano veneto, ha giudicato la proposta “non è ammissibile”. “Lignano necessita di ben altri interventi di riqualificazione della spiaggia e della città – fanno sapere dal Comitato -. Sembra che le idee siano ben confuse. Si dia attenzione ai problemi reali dei turisti e di Lignano e non si perda tempo a fare proposte che non portano a nulla“. Eppure secondo Josep Ejarque che ha condotto lo studio presentato da Four Tourist, è solo una questione di marketing. E come dargli torto, i numeri parlano chiaro. Secondo i dati dello scorso anno, il 57% delle persone lgbt si concede una media di 2 vacanze l’anno della durata di 10 giorni ciascuna, contro il 45% del resto della popolazione. Di questi, l’11% sceglie dove andare in base alla presenza di attrattive dedicare proprio alle persone gay. E ancora, a scegliere mete italiane sono il 49 % se si tratta di vacanze lunghe e il 75 % se parliamo di week end. Insomma, una fetta di mercato difficile da ignorare se si vuole rilanciare una meta. Non per il comune di Lignano, però, il cui assessore al turismo, Massimo Brini, ha fatto sapere che l’idea non sarà presa in considerazione.
Reazioni, quella di Della Maria in primis, che hanno spinto Cerno a parlare di omofobia. “Dichiarazioni come queste passano per essere normali, qualunquiste, ma sono omofobe. Punto e basta” ha dichiarato il giornalista dell’Espresso, scatenando le ire dell’ormai (immeritatamente) famoso account Twitter che, vale la pena sottolineare sembra più un fake che un utente vero considerato che conta solo 5 “seguaci” e altrettanti messaggi (per altri tutti contro Cerno).
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