Vestita con uno degli ultimi abiti di Gianni Versace e caschetto azzurro, Lady Gaga è riuscita a radunare un milione di persone nell’arena del Circo Massimo. Con soli dieci minuti di ritardo sulla tabella di marcia, la popstar tanto attesa ha fatto il suo ingresso sul palco dove era stato allestito un gigantesco pianoforte come richiesto e dove era stata letta una lettera di Hillary Clinton al pubblico arrivata a sorpresa. "Ciao Roma", è stato il saluto di Gaga al pubblico e subito dopo ha accennato a cappella il ritornello di "Born this way".
Spazio al tanto atteso discorso dunque, Saluta il sindaco di Roma Alemanno che la folla fischia. "Siamo qua per porre fine alle discriminazioni e alla intolleranza", continua. "Abbiamo fatto tanti progressi politici, abbiamo fatto tanto contro la violenza e l’omofobia. Ho parlato di queste cose in tutto il mondo, ho sempre ricordato quste questioni e allora a volte mi viene chiesto: ma perché parli cosi tanto dei gay? Sei anche tu lesbica? Perché mi fanno queste domande? Io voglio fare del mondo un posto migliore e su una scala da uno a dieci io sono in fondo una Judy Garland". Sono consapevole del fatto che molti governi in tutto il mondo ancora no nconsentono ai cittadini di avere questi diritti e questo è terribile". Si è commossa quando ha elencato i paesi più omofobi del mondo: "Lituania, Russia, Polonia, Budapest, Libano, i paesi del Medio Oriente".
"Sono qua perché sono una cittadina del mondo e chiedo ai governi, di fronte al mondo, di facilitare questo nostro sogno di eguaglianza. Non ci dividete, io sono consapevole e cosciente delle tradizioni religiose e le rispetto. Ma credo che sia importante anche rivendicare il cambiamento". "Quando arriverà il giorno del nostro matrimonio, il giorno in cui si potrà porre fine a questa discriminazione?". "Dobbiamo fare la rivoluzione dell’amore", ha concluso.
Da quel momento la musica è stata padrona: "Born This Way" e "The Edge of Glory" nelle versioni solo per pianoforte. Spazio anche per un piccolo cambio d’abito sul palco, quando si è tolta la gonna grandissima e anche un po’ ingombrante per una pianista.
Nessuna provocazione dunque, se non le parole delle sue canzoni che ancora suonano così stonate ai politici di tutto il mondo, Italia compresa.
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