Dal 17 al 24 maggio torna in tutta Europa la settimana dei test per HIV ed epatiti virali, che nel 2018 ha visto l’adesione di oltre 700 organizzazioni tra servizi pubblici, privati e ONG in ben 53 diversi paesi.
Anche per questa grande mobilitazione di primavera gli obiettivi sono gli stessi: contrastare il sommerso, far conoscere i vantaggi di una diagnosi precoce, sensibilizzare i governi a compiere il massimo sforzo per implementare e rendere accessibili i servizi di testing. Conoscere il proprio stato sierologico, sapere se si è contratto l’HIV o le epatiti B e C, patologie che, spesso, si presentano in associazione, è fondamentale per accedere tempestivamente ai trattamenti in grado di preservare la salute dei singoli e della collettività.
“Test, Treat, Prevent”, ossia “testare, trattare, prevenire” è lo slogan dell’iniziativa promossa da “EUROTEST”, già “HIV in Europe”. La Testing Week Europea giunge quest’anno alla sua settima edizione e, per la seconda volta, si svolge, oltre che a novembre, anche in primavera. La LILA anche quest’anno aderisce all’iniziativa rafforzando in ben 8 sedi l’offerta di test rapidi per l’HIV e l’HCV.
Tutte le agenzie internazionali stimano che nel mondo, Europa compresa, almeno una persona con HIV su quattro non sia consapevole di aver contratto il virus. L’Italia non fa eccezione. Non è un caso che nel nostro paese, oltre la metà delle diagnosi avvenga con grave ritardo rispetto al momento in cui si è contratto il virus (late presenters), spesso, quando si è già in fase di AIDS conclamata e l’organismo, dunque, è già molto compromesso. Questo fenomeno produce conseguenze pesanti sul piano sociale e sanitario: accedere in ritardo alle Terapie Antiretrovirali (ART) ne compromette, infatti, l’efficacia e aumenta il rischio di trasmettere inconsapevolmente il virus ad altre persone.
Il discorso è analogo per le epatiti virali. Nella regione europea dell’OMS le persone con epatite B e C sono stimate, rispettivamente, in quindici e quattordici milioni, la grande maggioranza non diagnosticate e, dunque, senza una cura. Tra loro, solo il 3,5% riceve i trattamenti necessari, nonostante esistano cure innovative che possono portare a una completa guarigione.
Non esistono terapie in grado di “guarire” l’HIV, ma chi accede tempestivamente alle terapie Antiretrovirali può mantenere uno stato di salute e un’attesa di vita molto simile a quelle della popolazione generale. Inoltre, come ormai confermato da molti studi internazionali (l’ultimo il PARTNER2), i trattamenti antiretrovirali permettono di abbassare la presenza di virus nel sangue a livelli tali da renderlo non più rilevabile. Le persone con HIV che raggiungono e mantengono questo stato clinico non trasmettono il virus (U=U). E’ il principio della TasP, “Treatment as Prevention”: il trattamento ART, quando permette la soppressione della carica virale, diviene fattore importantissimo di prevenzione generale perché interrompe la catena dell’infezione. Nel nostro paese la quasi totalità delle persone con HIV in cura presso i centri d’infettivologia è in soppressione virologica, dunque, non infettiva. I maggiori rischi di trasmissione giungono, invece, da quella fascia di popolazione che non sa di avere l’HIV.
Tra l’1 ottobre 2017 e il 30 settembre 2018 le nove sedi LILA con servizi strutturati di Testing hanno offerto quasi duemila test rapidi, anonimi e gratuiti. Il test è eseguito da personale formato e consiste nel prelevare con un tampone un piccolo campione di saliva o, tramite un pungi-dito, un piccolo campione di sangue. A seguire le città e i centri LILA dove sarà possibile effettuare test rapidi, anonimi e gratuiti.
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