Almeno seimila abitanti di Paveh, una cittadina del Kurdistan iraniano con 8.000 residenti, hanno partecipato ai funerali di Makwan Moloudzadeh, il giovane iraniano impiccato all’alba di mercoledì con l’accusa di sodomia. In un filmato diffuso dal comitato per l’abolizione della pena di morte in Iran si vedono 300 vetture entrare nel cimitero di Paveh. Tantissimi i giovani presenti alla cerimonia funebre. Makwan Moloudzadeh è stato impiccato mentre le autorità giudiziarie iraniane si erano impegnate a rivedere il processo.
Appena appresa la notizia dell’impiccagione del ragazzo iraniano di 21 anni accusato di essere omosessuale, Lilli Gruber, eurodeputata del Pd-Pse e rapporteur sull’Iran, ha scritto una lettera di protesta all’ambasciatore iraniano a Bruxelles, Ali Asghar Khaji.
Nella lettera, inviata anche alle ong che si occupano di diritti umani, Amnesty International e EveryOne, l’ex giornalista del TG1 ed esperta di questioni mediorientali, si è dichiara profondamente scioccata: "Sia io personalmente sia tutto il Parlamento europeo abbiamo il massimo rispetto per l’Iran e per la sua cultura millenaria. Siamo tuttavia convinti – ha aggiunto Gruber – che proprio i valori su cui la cultura iraniana si fonda sono incompatibili con il condannare a morte un essere umano per il suo orientamento o per il suo comportamento sessuale".
"Come amica del popolo iraniano – ha concluso Gruber – spero che il popolo e il governo di questo paese identifichino al più presto una strada per evitare che in futuro sentenze come queste vengano emesse o eseguite. Sono sicura che se questo accadrà verrà dato un contributo al miglioramento delle relazioni tra Iran e Unione Europea".
Una condanna all’uccisione di Makwan Moloudzadeh arriva anche dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Louise Arbour, che in un comunicato, ha espresso "seria preoccupazione" per l’esecuzione compiuta.
La Arbour ha sottolineato come la condanna sia stata eseguita nonostante una sentenza avesse ordinato la sospensione dell’esecuzione e nonostante le presunte vittime avessero ritirato le proprie accuse. L’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani ha quindi ricordato che l’Iran ha siglato le convenzioni internazionali che vietano l’esecuzione di persone che nel momento in cui hanno commesso il reato avevano meno di 18 anni. La Arbour ha quindi invitato l’Iran a "rispettare i suoi doveri legali internazionali e il forte consenso internazionale contro le esecuzioni di minorenni".
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