Non ammessi ad un locale gay perché “non abbastanza gay”. Sarebbe successo ad alcuni ragazzi a Genova. Secondo il racconto, i buttafuori del locale avrebbero chiesto ai ragazzi di baciarsi per dimostrare di essere gay. “Limonate un po’ se volete entrare” sarebbe stato detto agli aspiranti clienti del locale. Luca Artuso, questo il nome di chi ha denunciato l’episodio al Secolo XIX di Genova, ha raccontato di essersi rifiutato: “Nonostante la telefonata alla polizia i ‘buttafuori’ non ne hanno voluto sapere”. Niente di questo sarebbe successo, invece, secondo i proprietari del locale che si appellano ai video di sorveglianza.
“Non è vero – spiegano -, ci sono le telecamere che possono dimostrare che non è andata così, da noi ci sono molti etero”.
A Luca, però, la risposta del locale non basta. “Combatto attivamente per rivendicare la presa di coscienza necessaria alla comunità gay per uscire fuori dalle gabbie dell’autoghettizzazione – scrive il ragazzo – che con questo e molti altri episodi costruiamo con le stesse nostre mani”. La questione è annosa e antica: i locali gay rappresentano una forma di autoghettizzazione o delle zone in cui potere essere se stessi senza timore di essere indicati, giudicati e offesi?
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