“Cambiate la società. Vi prego”. Così aveva scritto Leelah Alcorn, che a soli 17 anni si è tolta la vita perché nata in un corpo maschile e forzata dalla famiglia a intraprendere terapie riparative. “La letteratura scientifica ufficiale negli anni ha condannato unanimemente le teorie antiscientifiche che sostengono la possibilità di convertire gli orientamenti sessuali non eterosessuali. I trattamenti in questione possono avere effetti disastrosi sulla psiche delle persone che vi si sottopongono“. Così parla Sergio Lo Giudice, senatore del Partito Democratico, che ha deciso di compiere un gesto concreto contro la neutralizzazione di queste pratiche abominevoli.
Sergio Lo Giudice senatore PD con suo marito Michele Giarratano e il figlio Luca
Infatti egli è il primo firmatario del disegno di legge n. 2402, che prevede il divieto tassativo delle pratiche riparative sui più deboli, i minori. Il provvedimento è stato sottoscritto, tra gli altri, dalle senatrici e dai senatori Bocchino, Capacchione, Cardinali, Cirinnà, Dalla Zuanna, De Petris, Gatti, Guerra, Idem, Lo Moro, Lumia, Mastrangeli, Orellana, Palermo, Pegorer, Ricchiuti e Spilabotte.
“Il provvedimento individua le figure professionali (psicologo, medico psichiatra, psicoterapeuta, terapeuta, consulente clinico, counselor, consulente psicologico, assistente sociale, educatore o pedagogista) alle quali è fatto divieto di applicare le suddette terapie di conversione su soggetti minorenni, pena la reclusione fino a due anni e la multa da 10.000 euro a 50.000 euro. Per le professioni che richiedono una speciale abilitazione dallo Stato, la condanna comporta la sospensione dall’esercizio della professione da un minimo di un anno a un massimo di cinque anni”.
Simbolicamente il disegno di legge è stato depositato il 17 maggio, Giornata Internazionale contro l’Omofobia, occasione istituita proprio per celebrare la cancellazione dell’omosessualità nel 1990 dalla lista delle malattie mentali nella classificazione dell’OMS.
Cosa sono queste teorie riparative? Sulla base della convinzione che l’identità sessuale sia obbligatoriamente monolitica e eterosessuale, alcuni gruppi dal fondamento cattofascista o semplicemente estremo propongono la “somministrazione” di un mix di terapia psicanalitica, biblioterapia, psicoterapia fino ad arrivare alla terapia del sogno. “Si tratta di approcci privi di fondamento nella ricerca empirica e derivanti da estremizzazioni ideologiche o religiose, nonché da una scarsa conoscenza della moderna letteratura scientifica. Fattori come il sentimento religioso, il conservatorismo politico e una scarsa conoscenza delle persone lesbiche, gay, bisessuali o transessuali si traducono in atteggiamenti ‘omonegativi’ che purtroppo possono essere riscontrati anche tra psicologi o psichiatri”, afferma Lo Giudice.
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