La paranoia omofobica di una madre per la possibilità che la figlia fosse lesbica si è spinta fino alla violenza sessuale.
A Torino una madre è stata condannata a quattro anni e mezzo per violenza sessuale aggravata ai danni della figlia, all’epoca dei fatti minorenne. La donna temeva che la ragazzina fosse lesbica e per questo ha agito affinché avesse dei rapporti sessuali con il suo amante, appena maggiorenne.
I fatti risalgono al 2008 e la signora, 57 anni, separata e con altri due figli ha chiesto al giovane, che stava ospitando a casa e con cui aveva avuto dei rapporti sessuali, di instaurare un rapporto amoroso con la figlia: “Io ero preoccupata per lei — riporta il Corriere Torino — stava quasi sempre con le sue amichette: non mi dispiaceva che lei fosse la sua fidanzatina. Lui era un bravo ragazzo e non pensavo andassero oltre i baci, di affetto, che c’erano stati”.
Mentre ci sono genitori che supportano i propri figli anche dopo il coming out, la fissazione della donna per il presunto orientamento sessuale della figlia è proseguito anche dopo un primo allontanamento dalla ragazza deciso dai servizi sociali e dal tribunale dei minori: “Mia figlia aveva avuto una relazione con un’altra ragazza”.
Con questa sentenza alla donna è stata revocata la potestà genitoriale e anche il giovane amante è stato condannato a 10 mesi per violenza sessuale.
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