Un 23enne brasiliano, Marcello Santanna il suo nome, ha denunciato quanto accaduto sabato scorso, nella zona est di San Paolo. Il giovane è stato infatti pestato a sangue dall’autista di un autobus solo e soltanto perché in compagnia di un altro ragazzo, che lo ha baciato sul naso dopo averlo aiutato a ripulirlo da una perdita di sangue.
Stavo tornando a casa e sono stato picchiato dall’autista dell’autobus solo perché stavo con un altro ragazzo. All’inizio mi sono rifiutato di scendere, ho detto di aver pagato il biglietto e ho chiesto perché volesse che scendessi. A quel punto si è alzato dal sedile, io ho provato a non far scoppiare una lite, così ho salutato questo ragazzo e mia cugina. Mentre scendevo, ho alzato le mani e ho detto: ‘Va bene, me ne vado’. A quel punto mi ha preso a pugni, senza nemmeno farmi finire di parlare. L’altro ragazzo e mia cugina sono scesi ad aiutarmi, l’autista è tornato sull’autobus e se n’è andato.
Una storia che ha dell’incredibile, eppure all’ordine del giorno nel Brasile di Bolsonaro, sempre più travolto dalla violenza omofoba. L’autista di un altro autobus, che è passato poco dopo, ha accompagnato Marcelo alla stazione di polizia, dove l’hanno immediatamente portato all’ospedale di Santa Marcelina, con il volto tumefatto e il naso distrutto.
“Accettare te stesso è un processo difficile. Le persone ci giudicano perché ci teniamo per mano, ci accarezziamo in pubblico o semplicemente chiediamo pari diritti. Perché picchiare un essere solo e soltanto perché ama un’altra persona dello stesso sesso? So che le immagini sono forti, ma notizie del genere devono essere condivise per dimostrare quanto sia necessaria la lotta per la comunità LGBT! Non pensate che non esista l’omofobia. Siamo il Paese con più omicidi LGBT e questo mi fa pensare solo ad una cosa: io sono vivo e posso raccontarlo, ma quanti altri non hanno avuto questa possibilità? La violenza non porta da nessuna parte, sia nel razzismo, nella coppia, con le donne, in nessuna situazione. Sono stato in ospedale, mi sottoporrò a un intervento chirurgico nei prossimi giorni perché il mio naso è rotto. Ho già fatto ricorso ai miei diritti e ho il sostegno della legge. L’omofobia è un crimine. Non nascondetela, denunciatela“, ha concluso il giovane.
SPTrans, che si occupa del sistema di trasporto pubblico di San Paolo, ha affermato che “ha già riferito il caso alla società che gestisce la linea per identificare il conducente e intraprendere le azioni appropriate nei confronti del suo dipendente”.
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