Un paio di settimane fa Marco Carta avrebbe dovuto presenziare al Modena Pride. O almeno questo era quello che avevano pensato gli organizzatori, che denunciarono sui social un comportamento discutibile da parte dell’ex vincitore del Festival di Sanremo, nonché la richiesta di un importante cachet. Circa 8000 euro, aveva scritto Selvaggia Lucarelli. Al posto di Marco, a Modena ci andarono Benji e Fede, mentre Carta, che è appena tornato nei negozi con un disco e un’autobiografia, presenzierà al Matera Pride del 20 luglio.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione del disco/libro, l’ex Amico di Maria ha provato a fare chiarezza.
Perché mandare una marea di fango quando invece si dovrebbe parlare di amore? Non lo trovo tanto coerente, sarei andato volentieri e gratuitamente come farò con il Matera Pride. Io ero a Mykonos, non sapevo nulla. Quando è uscita la notizia stavo per rispondere via tweet e mi sono domandato se fosse vera la cosa, quindi mi sono fermato. Specifico che dietro agli artisti c’è una macchina gigantesca, tra manager e promoter. Il mio manager mi ha spiegato che gli organizzatori si erano messi d’accordo con il mio promoter, che purtroppo essendo esterno a questa vita non ha questa sensibilità e ha visto l’evento come un’opportunità di lavoro. Poi comunque ho visto nelle mail che aveva chiesto un prezzo inferiore agli 8000 e che non è stato scortese, come è stato scritto. C’è stato un piccolo errore, non mio? Ok, mi prendo la responsabilità, ma basta, i Pride sono fatti per altro, e non per queste polemiche. Sarei andato se avessi preso accordi personalmente, come è successo con il Pride di Matera. Gli ho risposto in mezza giornata, no ho preso mezzo euro e gli ho risposto prima. Il Pride è una cosa per l’amore e per la pace, ci rifaremo sicuramente.
Polemica chiusa? Matteo Giorgi, l’organizzatore del Pride di Modena che aveva già criticato Marco sui social, ha subito replicato.
Non volevo entrare più nel merito della faccenda Marco Carta vs. Pride sebbene ogni giorno esca un articolo che ne parla. Ma siccome ci ha tenuto a definirmi “un seminatore di odio che dice falsità” (e con lui le “cartine” che me ne stanno dicendo di ogni) vorrei che chiarisse alcune cose:
– cosa vuole significare che abbiamo parlato col suo manager e non con lui? Per chi parla il suo manager?
– come mai ha deciso di andare gratis a Matera e Milano, mentre a Modena voleva una cifra spropositata?
– quali prove mette in campo a sostegno del fatto che noi diciamo bugie e seminiamo odio?
Per il resto il 22 giugno sarà a Bologna per il firmacopie del suo disco. Proprio in coincidenza del Bologna Pride.
Noi lo aspettiamo a braccia aperte.
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