Qualcuno ha parlato di “karma”, qualcun altro semplicemente di “coerenza”, ma in molti modi gli utenti dei social network che difendono i diritti delle persone lgbt si sono scatenati oggi alla notizia del coinvolgimento del marito di Alessandra Mussolini nello scandalo delle baby prostitute romane. Sembra, infatti, che Mauro Floriani, consorte della senatrice di Forza Italia, sia nell’elenco dei venti clienti delle squillo adolescenti del quartiere Parioli della Capitale. L’accusa è di prostituzione minorile. E perché il web si sarebbe scatenato contro la moglie dell’ex finanziere, ora dirigente di ferrovie dello Stato? Come ricorderete, proprio Alessandra Mussolini si è più volte espressa, anche in maniera piuttosto colorita, contro i matrimoni e le adozioni gay schierandosi a favore di un modello di famiglia ritenuto “normale”, quello etero e preoccupandosi di come potrebbe reagire un figlio nel vedere “due uomini rotolarsi nel letto”.
Un modello che, se venissero confermate le accuse contro l’uomo, potrebbe rivelarsi lontano anche dalla famiglia Floriani – Mussolini, che conta anche tre figli. Diffusa la notizia, su Twitter è partito il fuoco incrociato. “Mussolini,prima di dire no alle adozioni gay accertati che la tua famiglia sia perfetta,e che tu marito nn vada con baby squillo” scrive qualcuno. “Alessandra Mussolini sfavorevole alle adozioni gay perché dannose. Il marito tra gli indagati per le baby squillo. La sacra famiglia.” aggiunge un’altra utente. E ancora “Il marito della #Mussolini indagato per l’affaire #babysquillo. Ciao Alessandra, salutaci la “famiglia tradizionale”.
Naturalmente, fino a prova contraria, vale la presunzione d’innocenza, tanto più che l’indagine è ancora all’inizio e che gli inquirenti stanno ancora lavorando ai documenti e agli elementi raccolti. Anche contro la pedofilia, la senatrice Mussolini ha avuto parole dure ed ha preso posizioni intransigenti chiedendo, ad esempio la castrazione chimica per i pedofili.
Qui potete trovare il video della trasmissione TV in cui Alessandra Mussolini si scagliò contro Paola Concia, allora deputata del PD, in difesa della famiglia tradizionale e contro le adozioni gay.
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