Deceduto nel 2007, Massimo Consoli è stato uno scrittore, giornalista e attivista LGBT italiano, tra i padri fondatori del movimento di liberazione omosessuale in Italia.
Giorni fa Il Giornale, nel parlare dell’archivio Consoli acquistato dal Mibac nel 2001, ha definito Massimo un “militante pedofilo”, in un articolo a firma di Jacopo Coghe, vice presidente Pro Vita e Famiglia. Una follia che ha fatto sobbalzare non pochi, tanto da costringere il quotidiano ad una rettifica, pubblicata nella giornata di ieri.
L’autore intende rettificare l’errore di battitura presente nel penultimo paragrafo nella descrizione del sig. Consoli. L’autore intendeva riferirsi a quest’ultimo come fondatore del movimento gay in Italia e militante erotico. La diversa dicitura presente nell’articolo è frutto di un errore involontario.
“Ci chiediamo come ‘involontariamente’ si arrivi a usare il termine ‘pedofilo’ con tanta leggerezza?”, si è domandato Fabrizio Marrazzo sui social, rimarcando l’assurdità di una rettifica che puzza di presa in giro, di arrampicata sugli specchi, di ennesima gratuita e diffamante volgarità ai danni di un’attivista LGBT da parte di un quotidiano che parrebbe divertirsi a fare da clava omofoba nei confronti della nostra comunità.
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Io l'ho sempre detto , questi ci faranno fare la fine dei neri, morti in mare e tutti gli italioti giulivi per i neri annegati. Coi gay sarà lo stesso, tutti felici e contenti per i gay picchiati o magari ammazzati per strada. La via è sempre la stessa,la menzogna detta e ridetta ogni santo giorno. Per i neri si è parlato per anni di un'emergenza che non c'è. Per i gay si usa la storia che i gay sono pedofili. I gay in questo paese rischiano di fare una brutta fine se non si decidono a darsi da fare contro questo andazzo razzista.