Nessun illecito, sul caso la richiesta di archiviazione. E nessun rilievo penale nel non avere adempiuto agli ordini del prefetto. I magistrati di Livorno hanno deciso di non procedere nei confronti dell’amministrazione labronica per la trascrizione del matrimonio tra Christian Rocchi e Roberto Rodriguez Perez. “In quell’atto – spiega il procuratore capo Francesco De Leo, secondo quanto riporta il quotidiano livornese Il Tirreno – non c’è nessuna efficacia costitutiva, ma ha solo carattere certificativo”.
L’ipotesi di reato, nata da una denuncia, era quella di abuso di ufficio contro ignoti, la stessa avanzata nei confronti dell’amministrazione di Milano (archiviata anch’essa), a Bologna e Roma . I tribunali, dunque, danno ancora una volta ragione alla legittimità delle trascrizioni e torto al fronte degli oppositori. L’ultima parola spetta ora al giudice per le indagini preliminari che dovrà decidere se archiviare definitivamente il caso.
NESSUNA RILEVANZA PENALE
La motivazione del pubblico ministero, comunque, lascia poco spazio a dubbi: “Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, nel trascrivere il matrimonio di Cristian Rocchi e Robert Rodriguez Perez in data 7 ottobre 2014 – scrive Antonio Di Bugno -, non ha commesso alcun illecito penale così com’è privo di rilevanza l’omesso adempimento dell’ordine del Prefetto di Livorno di procedere alla annotazione a margine della trascrizione del suddetto matrimonio conseguente al provedimento di annullamento del 18 novembre cui ha fatto seguito, il 12 dicembre, l’esecuzione della Prefettura di detto ordine”.
Continua a giocarsi nei tribunali, dunque, la battaglia per il riconoscimento dei matrimoni egualitari celebrati all’estero, contrastata prima dalla nota circolare del ministro Alfano che imponeva la cancellazione delle trascrizioni con l’intervento d’ufficio dei prefetti, e poi dalle associazioni che contrappongono il matrimonio egualitario alla cosiddetta “famiglia tradizionale”.
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