Decina di migliaia di persone si sono messe in marcia ieri attraverso Città del Messico per protestare contro il Presidente Enrique Peña Nieto e la sua decisione di estendere la validità del matrimonio omosessuale in tutto il Paese. L’ufficio del sindaco di Mexico City ha parlato di 80.000 persone presenti ieri alla manifestazione, mentre gli organizzatori dicono che erano ben 250.000 persone. Si tratta dell’ennesima manifestazione popolare organizzata dall’inizio del mese contro i diritti della comunità LGBT messicana.
Al momento 10 stati del Messico hanno introdotto il matrimonio gay, tra cui anche Mexico City: i contestatori si battono per evitare che il matrimonio omosessuale venga introdotto in tutto il paese. Dal 10 settembre sono state più di 100 le proteste organizzate in tutto il Messico, organizzate dal Fronte Nazionale per la Famiglia, insieme di gruppi religiosi che si oppongono al matrimonio omosessuale.
Oltre a organizzare le marce, il Fronte ha raccolto anche più di 100.000 firme che saranno usate per una proposta legislativa ad iniziativa popolare che ha lo scopo di ostacolare il percorso legislativo del matrimonio gay.
Al momento la proposta del Presidente del Messico è stata congelata.
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Ok proteste..., ma spieghiamo meglio: teniamo presente che stiamo parlando di una città che conta ca. 9 milioni di abitanti (area metropolitana esclusa, che porterebbe gli abitanti di Città del Messico a più di 24 milioni). Capite che 80.000 manifestanti (fossero anche stati 250.000 - cosa abbastanza improbabile) non rappresentano affatto una maggioranza se messi a confronto con la totalità della popolazione che vive in quell'area. Sono pulci, con la tosse, ma pulci.