Una grande vittoria per una coppia gay di Milano, che ora potrà essere una famiglia a tutti gli effetti, anche per lo Stato italiano.
Con la sentenza emessa il 24 ottobre, il Tribunale di Milano ha difatti ordinato agli ufficiali dello Stato Civile del comune del capoluogo lombardo di trascrivere l’atto di nascita della bambina, nata negli Stati Uniti. E che avrà due papà. Gianni Tofanelli e Andrea Simone, tra poco, saranno i padri riconosciuti della loro bambina.
Inizialmente, il comune aveva accettato la trascrizione dell’atto di nascita, inserendo solo il nome del padre biologico ed escludendo il compagno. Causa di questa decisione l’atto di nascita californiano, Paese dove è nata la bimba che non aveva inserito entrambi i nomi. Dopo la rettifica da parte delle autorità californiane con l’inserimento dei nomi di tutti e due i genitori, il comune di Milano aveva rifiutato la richiesta di trascrizione. Per gli ufficiali dello Stato Civile, quindi, la bimba aveva solo un padre.
L’intervento di Rete Lenford al Tribunale di Milano
Gli avvocati Manuel Girola, Giacomo Cardaci e Luca Di Gaetano di Rete Lenford si sono subito attivati rivolgendosi al tribunale della città, con la sentenza che non si è fatta attendere: i giudici hanno ordinato la trascrizione. Dopo la ricostruzione da parte dei legali e della coppia omogenitoriale, i giudici hanno dato ragione ad Andrea e Gianni. Hanno tenuto conto dell’evoluzione della giurisprudenza italiana e transnazionale, oltre alla sentenza della Corte Costituzionale 19599/2016, che ha riconosciuto per la prima volta la paternità a due uomini.
I giudici di Milano, quindi, hanno semplicemente ribadito quanto già deciso dalla Corte e dai tribunali di Pisa, Livorno e Roma. Una grande soddisfazione per gli avvocati di Rete Lenford. A partire dalla presidente, Miryam Cammileri, che ha affermato: “Il decreto di Milano, infatti, ribadisce un sentire diffuso nella nostra società: non conta come si diventa genitori ma quanto affetto e cura si riesce a dare ai bambini“. Soddisfatti anche gli avvocati della coppia. I legali Cardaci e Girola, dopo la sentenza, hanno affermato: “Abbiamo evidenziato i gravi pregiudizi e i rischi che i bambini subivano a causa della mancata trascrizione: come stabilito dai giudici, la pietra angolare di ogni decisione dev’essere la tutela del bambino“.
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