I millennials si confermano inclini a sperimentare la propria sessualità più dei genitori: specie per il rapporto anale.
Una ricerca britannica pubblicata dal Journal of Adolescent Health ha monitorato tre indagini sui costumi sessuali tra i giovani inglesi, condotte dal 1990 al 2012 e che hanno coinvolti 45.000 persone. Qualche stigma, a partire da quello sul sesso anale, sarebbe sempre meno presente tra le coppie eterosessuali.
Stando ai dati, se quasi trent’anni fa solo una persona eterosessuale su dieci sperimentava rapporti diversi da quello tradizionale, ora la percentuale di coloro che hanno avuto rapporti orali o anali sale a un uomo su quattro e una donna su cinque. In particolare, più di un adolescente su dieci ha dichiarato di aver provato il sesso anale all’età di 18 anni, mentre il numero sale a tre su dieci tra i giovani di 22-24 anni.
Ad influenzare questa tendenza, tra gli altri fattori, ci sarebbe la maggiore accettazione dei comportamenti omosessuali nelle nuove generazioni: “Il sesso anale – spiega Cynthia Graham, docente di salute sessuale e riproduttiva all’Università di Southampton – è ancora piuttosto stigmatizzato, ma sembra che gli atteggiamenti stiano cambiando: sappiamo che la società è diventata più incline ad accettare le cose come i comportamenti omosessuali in generale”.
Concorda anche la professoressa Roberta Rossi, psicologa, psicoterapeuta e sessuologa dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma: “Oggi la società giudica di meno soprattutto in fatto di sesso – ha dichiarato a Repubblica – e perciò si è più inclini a sperimentare persino delle modalità sessuali che un tempo erano considerate da ‘cattive ragazze’ o addirittura delle perversioni come il sesso anale. E poi c’è molta più libertà, meno pudore ed anche più accessibilità ai mezzi di contraccezione e ciò favorisce l’esplorazione di nuove forme di sessualità”.
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