55 anni fa, era il 15 febbraio 1963, nasceva a Roma la senatrice che più si è spesa per i diritti LGBT nella Storia della Repubblica italiana.
Fino al 2013 nome ai più sconosciuto, Monica Cirinnà è presto diventata la paladina di un’intera comunità, che alla sua grinta, alla sua intraprendenza e alle sue battaglie si è affidata. Nel giugno del 2013, un po’ a sorpresa, le viene affidato l’incarico di relatrice per il disegno di legge sulle unioni civili. Una legge puntualmente affondata, nei decenni precedenti, persino dinanzi a Governi ben più stabili dell’ultimo, nato zoppo per via della non-vittoria del Pd alle elezioni. Monica è incerta, se accettare o meno l’arduo incarico, ma alla fine questa donna alla sua prima esperienza parlamentare, ex Verdi, a lungo consigliera comunale nella Capitale e con una conoscenza limitata della storia del movimento lgbt italiano, accetta e si fa in quattro per portare a casa un risultato che si credeva impensabile.
Tre anni di duri scontri politici e mediatici, con la pagina della stepchild adoption stralciata a pochi metri dal traguardo e l’affronto del ‘tradimento’ grillino mai dimenticato, fino a quell’11 maggio 2016, quando il disegno di legge Cirinnà passa al Senato con 372 voti favorevoli (PD, NCD, SC, ALA, SI, PSI, DeS, CD, Minoranze linguistiche più 10 deputati dissidenti di Forza Italia) 51 contrari (FI, Lega Nord, UdC più diversi dissidenti di NCD e DeS) e 99 astenuti (Movimento 5 Stelle e Possibile). Il 20 maggio 2016 il disegno di legge viene promulgato dal Presidente della Repubblica Italiana e pubblicato il giorno successivo sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Il 5 giugno 2016 la legge Cirinnà, promotrice e prima firmataria della norma, entra in vigore.
Quasi due anni dopo le unioni civili sono di fatto diventate quotidianità nazionale. Migliaia di coppie si sono unite civilmente mentre nessuna famiglia ‘tradizionale’, nemmeno una, è esplosa a causa loro. Eletta da noi di Gay.it personaggio dell’anno nel 2016, Monica Cirinnà non ha certamente interrotto la sua battaglia per i diritti LGBT, promettendo interventi futuri nei confronti di quei bimbi ad oggi privi di diritti, una più che doverosa riforma sulle adozioni e quel sogno chiamato ‘matrimonio egualitario‘ che il suo partito, il Pd, ha inspiegabilmente rimosso dal prossimo programma di Governo.
Ma lei, l’educata leonessa Cirinnà, difficilmente mollerà l’osso, perché testarda e orgogliosamente contraria alle discriminazioni, nella speranza che le ‘sue’ unioni civili, tanto storiche quanto dimezzate, possano presto lasciare il passo ad altre necessarie conquiste.
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