Pino ‘La Rana’ è morto ieri pomeriggio nell’hospice Villa Speranza del Policlinico Gemelli di Roma. Venti giorni fa si era sposato con la sua compagna con cui stava da quattro anni.
Pino Pelosi, condannato a 9 anni, 7 mesi, 10 giorni e 30.000 lire di multa per l’omicidio Pasolini, prima aveva ammesso di aver ucciso Pier Paolo e poi aveva sorprendentemente ritrattato, il 7 maggio 2005, durante un’intervista alla Rai, per poi scrivere il libro Io, angelo nero.
Con la morte di Pino Pelosi, l’unica persona che sapeva e poteva raccontare la verità su quella notte nel campetto sterrato di Ostia Scalo, tra l’1 e il 2 novembre 1975, l’omicidio Pasolini si cristallizza nell’aura del mito: nessuno potrà più cogliere un’ombra di verità, nonostante i processi lunghissimi, le indagini, i documentari, i film.
Cinquantanove anni, cresciuto a Guidonia, in semilibertà dal 1982, con trascorsi per spaccio e detenzione di stupefacenti, furti, rapine in banca, dipendente della 29 giugno, la cooperativa di Salvatore Buzzi, malato da tempo di tumore, non era nemmeno maggiorenne, quella notte, iniziata nel migliore dei modi, con una cena tranquilla nella trattoria Al Biondo Tevere: diciassette anni, molto, troppo gracile per giustificare il martirio su quel corpo sacro, quel cuore palpitante per i polpacci dei suoi ragazzi, quel cervello geniale: quel poeta urlato fra le lacrime da Moravia nel suo straziante addio, al funerale. Fu arrestato sul lungomare Duilio di Ostia mentre guidava contromano la celebre Alfa Romeo GT 2000 grigio metallizzato del Maestro Corsaro. Ammise di aver rubato l’auto nei dintorni del cinema Argo, al Tiburtino.
Si sa, erano almeno in tre, Satanica Triangolazione (probabilmente i fratelli siciliani Franco e Giuseppe Borsellino, detti Braciolino e Bracioletta, militanti dell’estrema destra nel Movimento Sociale Italiano, morti di Aids negli anni ‘90) ad avere infierito su Pier Paolo: a fianco al corpo di Pier Paolo si trovò il vistoso anello con la scritta United States Army di Johnny Lo Zingaro, al secolo Giuseppe Mastini, eppure non se ne è mai venuti a capo, anche se Pelosi era stato condannato per ‘omicidio volontario in concorso con ignoti’ ed aveva ammesso di averlo ucciso per aver rifiutato le sue avances e, in un attacco d’ira, di averlo picchiato fino a ucciderlo. Eppure il suo corpo era pulito, senza tracce di sangue né di fango. La Corte d’Appello ribaltò la responsabilità collettiva (addirittura lo prosciolse dall’accusa di furto e atti osceni). La Cassazione confermò, rendendo definitiva la condanna il 26 aprile del 1979.
Nella Divina Mimesis, Pasolini scrive: “Sesso, sesso, sesso [ripetuto quindici volte]… Il mondo diventa oggetto di desiderio di sesso, non è più mondo, ma luogo di un solo sentimento. Questo sentimento si ripete, e con sé ripete il mondo, finché accumulandosi si annulla… Del mondo resta solo la proiezione miracolosa… Fattasi religione, l’Ossessione, bisogna vedere con chi si sposa. Ma intanto la Religione, quella istituita, ha fatto tutti gli sposalizi possibili. E ancora ne farà qualcuno. La sua voglia è senza fine: ne avrà di maschi… Finché ne troverà uno che ce l’ha così grosso che l’ammazzerà”.
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