Movsar, il primo a parlare della Cecenia: “Costretto a scusarmi in televisione”

Il 13 novembre il ragazzo si era scusato in televisione, ma adesso racconta la verità: "Mi hanno fatto passare per malato".

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Il primo uomo pubblicamente gay a far luce sulle retate in atto in Cecenia ha confessato di essere stato forzato a chiedere scusa al leader Kadyrov dopo le ripetute minacce ricevute.

A settembre la rivista americana Time aveva raccontato in esclusiva la storia di Movsar Eskarhanov, primo omosessuale dichiarato ceceno a rivelare di essere stato perseguitato in Cecenia perché gay. Il 13 novembre, sulla televisione di stato cecena, il ragazzo era stato costretto a scusarsi, a condannare i giornalisti americani rei di averlo forzato a parlare e a rivelare che il coming out era dovuto alle cure per l’epilessia.

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Nelle scorse ore, però, la verità è venuta a galla: “Mi hanno fatto capire che se avessi continuato a parlare, avrei avuto dei problemi. Mi hanno detto che dovevo pensare alla mia famiglia” ha raccontato nelle scorse ore alla RTVI (Russian Television International), canale indirizzato principalmente alle comunità russe di Israele, Germania e Usa (ma non disponibile in Russia).

Movsar, la cui richiesta da rifugiato è già stata respinta due volte in Germania (che in questi ultimi anni riconosce a meno del 5% dei russi il diritto di rimanere nel Paese), non si arrende e continua a svelare il vaso di Pandora.

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Nel frattempo Yelena Milashina, giornalista di Novaya Gazeta e autrice dell’inchiesta sulle retate ai danni dei gay in Cecenia, sarà insignita di un premio speciale in primavera all’università di Harvard del Massachusetts: il Louis M. Lyons Award per la Coscienza e l’Integrità nel Giornalismo.

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