Stralcio della stepchild, emendamenti Lumia e tolto il riferimento alla fedeltà tra i doveri delle unioni civili: poteva essere questo il “punto di caduta” della trattativa tra i vertici del Partito Democratico e quelli dell’NCD, ormai intenzionati a porre la questione di fiducia sul maxi-emendamento. Emendamento che, probabilmente, sarà presentato a breve e sul quale inizierà già stasera, contrariamente alle indiscrezioni trapelate nelle scorse ore, il suo iter in Senato, per essere approvato quindi domani pomeriggio, insieme all’intero ddl Cirinnà (salvo ad oggi poco probabili slittamenti alla settimana successiva). Ma, a quanto risulta dalle ultimi indiscrezioni trapelate dal Senato, ora pare ventilarsi l’ipotesi del “divorzio lampo”, lo stesso che fu proposto da alcuni senatori PD per la recente riforma del matrimonio eterosessuale l’anno scorso e che alla fine non passò (mentre passò il cosiddetto “divorzio breve”, attualmente in vigore).
“Se è confermato, dovrebbe essere lo stesso che fu cassato per la riforma del divorzio del 2015 e consisterebbe in un divorzio immediato perché senza separazione“, commenta il giurista Angelo Schillaci. Pare quindi che nel ddl Cirinnà, attraverso il maxi emendamento, venga inserita la separazione immediata delle coppie unite civilmente, distinguendo da un lato ancora di più il nuovo istituto giuridico dal matrimonio ma anche, dall’altro, alleggerendo in modo significativo la possibilità di separarsi, non solo in termini temporali ma anche economici. I dettagli di questo “divorzio-lampo” ancora non si conoscono, però.
Rimarrebbero poi intatte le altre modifiche e cioè:
– l’annunciato – ed assai doloroso – stralcio della “stepchild adoption”, sul quale peraltro una attesa sentenza della Corte Costituzionale sembra che non abbia portato novità, né positive, né negative;
– i cosiddetti emendamenti Lumia, dal nome del Senatore del PD che li aveva elaborati: si tratta di una serie di modifiche ad alcuni articoli del ddl, che anziché fare continui richiami agli articoli del codice civile dedicati al matrimonio, ne snocciola i relativi diritti e doveri. Sono queste le modifiche che avrebbero infatti chiesto i tecnici della Presidenza della Repubblica per scongiurare un ventilato diniego di firma da parte di Mattarella: “si tratta – ci ha spiegato il giurista Angelo Schillaci, vicino alle Famiglie Arcobaleno, da noi interpellato – di emendamenti che esplicitano i rinvii al codice civile contenuti negli artt. 2, 3 e 6, riportandone il contenuto nel corpo della legge, e adeguandoli linguisticamente all’unione civile. Sono emendamenti tendenzialmente a “somma zero” sul piano delle tutele: cioè, per come formulati a oggi (ma in sede di trattativa potrebbero essere stati cambiati), nulla aggiungono e nulla tolgono alle tutele previste dal cirinnà. È un restyling, in sostanza”;
– lo stralcio del dovere di fedeltà, tra gli obblighi delle persone unite civilmente: sarebbe infatti questa la vera ed unica novità di oggi e si tratterebbe di una richiesta fatta dall’NCD per marcare una ulteriore differenza con l’istituto matrimoniale.
Un punto di caduta sarebbe inoltre stato trovato anche sul comma 4 dell’art.3, verrebbe disciplinato che le disposizioni non si applicano alle norme del codice civile non richiamate espressamente dal ddl “fatta salva la legge sulle adozioni”.
Resterebbe il significativo riferimento alla vita familiare nell’articolo 3, comma 2: “Le parti concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune; a ciascuna delle parti spetta il potere di attuare l’indirizzo concordato”.
A quanto pare, si è arrivati a questo accordo dopo alcune ore di una trattativa molto tesa, nella quale l’NCD pareva assolutamente intenzionato a “far saltare il banco” chiedendo l’inserimento di una norma anti-stepchild adoption, in modo da dare un indirizzo ai Tribunali molto chiaro ed evitare così un ulteriore consolidamento della giurisprudenza pro-stepchild e le conseguenti nuove “vittorie” delle famiglie Arcobaleno.
A questo punto, non rimane che attendere di leggere il testo del maxi emendamento.
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Ad una persona che ragiona in termini pragmatici ( o meglio cinici ) il divorzio lampo potrebbe sembrare quasi un vantaggio rispetto alle unioni etero. Invece, insieme allo stralcio della stepchild adoption e al dovere di fedeltà, rappresenta il non riconoscere qualunque capacità agli omosessuali di prendere un impegno responsabile. La giudico una cosa veramente offensiva. E' come dire, "va bene , prendetevi questi diritti e giocate al matrimonio, noi persone serie, dall'alto del nostro gradino comunque più rispettabile e alto, ve li concediamo".