Nicholas Sparks è uno degli scrittori più venduti e ricchi d’America. Padre di romanzi come Le pagine della nostra vita, Le parole che non ti ho detto, I passi dell’amore, Come un uragano e L’ultima canzone, Sparks è diventato anche un ‘marchio’ cinematografico, perché in 20 anni ben 11 suoi libri sono diventati film per il grande schermo.
Ebbene nelle ultime ore lo scrittore americano è stato travolto da una vera bufera, a causa di alcune mail inviate a Saul Benjamin, ex preside della Epiphany School of Global Studies, scuola da lui finanziata e fondata, nel 2006. Mail del 2013 in cui Sparks discute pesantemente con il suo ex dipendente, a causa di un gruppo di studenti LGBT da poco sorto, autori di incontri informali per parlare di orientamenti sessuali, bullismo, omofobia. Nicholas voleva che il preside lo sciogliesse immediatamente. Quando Benjamin si è rifiutato di farlo, sottolineando come fosse discriminatorio bandire una simile associazione, l’autore ha risposto: “Non permettere loro di avere un club NON è discriminazione”.
In un’altra serie di e-mail, Sparks ha fatto ommenti sprezzanti sugli afroamericani, sostenendo che la mancanza di studenti neri nella sua scuola non avesse niente a che fare con le politiche razziste, bensì con il fatto che fossero “troppo poveri”. In un’altra mail, per difendersi dall’accusa di razzismo, ha ricordato come su 500 studenti ci fosse anche un ragazzo ebreo, a suo dire prova della dedizione scolastica nei confronti della diversità.
Dal momento che le e-mail sono trapelate, Sparks è stato inondato dalle critiche, tanto da chiedere scusa sui social, provando a motivare quanto inviato all’ex preside della sua scuola.
Mi pento e chiedo scusa per le parole che hanno potenzialmente ferito giovani e membri della comunita’ Lgbt. Credo nel principio fondante della scuola di amare Dio e il tuo vicino come te stesso, e questo include i membri della comunità lgbtq. Io credo e sostengo senza riserve il principio che tutti gli individui dovrebbero essere liberi di amare, sposarsi e avere figli con la persona che scelgono, indipendentemente dall’identità di genere o dall’orientamento sessuale. Sono un inequivocabile sostenitore del matrimonio gay, dell’adozione gay e dei diritti sul lavoro, e non vorrei mai scoraggiare nessun giovane o adulto dall’abbracciare chi sono. Quando in una delle mie email ho scritto che “non ci sarà mai un club LGBT” nella mia scuola, rispondevo animatamente a come il preside avesse iniziato ad avviare questo club. Come la maggior parte delle scuole, l’Epiphany ha procedure e politiche per formare qualsiasi Club studentesco. La mia preoccupazione era che se un club fosse nato, si facesse in modo riflessivo e trasparente, con la conoscenza della facoltà, di studenti e genitori – non in segreto, e non in un modo che si sentiva eccezionale. Vorrei solo aver usato parole più pacate. Allo stesso modo, quando ho fatto riferimento ad un altro preside che affrontava la presenza di studenti gay “tranquillamente e meravigliosamente”, intendevo come li avesse sostenuti in modo diretto e inequivocabile, e non che avesse in alcun modo incoraggiato gli studenti a tacere sulla loro identità di genere o orientamento sessuale.
Nel lungo post social, Sparks si è completamente dimenticato di ‘giustificare’ le uscite razziste nei confronti degli studenti afroamericani, assenti perché “troppo poveri”.
Saul Hillel Benjamin, ex presidente, ha presentato una causa contro lo scrittore e il consiglio direttivo della scuola, accusandolo di tenere i ragazzi appartenenti alle minoranze lontano dalla scuola, di vietare l’esposizione degli studenti a fedi non cristiane e di scoraggiare lo staff dall’aiutare gli studenti Lgbtq vittime di bullismo.
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