La Regina Elisabetta II concede la sua dimora sozzese, il castello di Mey per la celebrazione dei riti nuziali. Le unioni civili, invece, sono escluse. Il divieto di celebrare riti civili, anche gay, ha mandatosu tutte le furie le associazioni lgbt britanniche. Il portavoce di Outrage, David Allison, ha dichiarato al Telegraph: «È una cosa ridicola, la Regina Madre si è sempre circondata di omosessuali». In particolare William Tallon, assistente personale della Regina, che le rimase accanto fino alla fine. Ma gli amministratori sostengono che la sovrana volesse a tutti i costi così: favorevole ai matrimoni, cattolici o protestanti, purché cristiani.
E come se non bastasse, il presidente della fondazione che gestisce il castello è il principe Carlo, che fanno notare come non avrebbe potuto sposarsi a Mey, visto che si è unito a Camilla Parker Bowles con un rito civile.
Ma l’amministratore James Murray ha cercato di smorzare la polemica: il castello non sarebbe in possesso della licenza per celebrare le unioni civili, etero o gay che siano. Per i matrimoni religiosi, invece, nessun problema, perché preti e pastori hanno già la «licenza di matrimonio». Un suo collega ha poi spiegato che l’apertura del castello ai matrimoni è soltanto un progetto pilota, anche per rimpinguare un po’ le casse, visto che l’affitto dei giardini costa 1.500 euro. Se dovesse funzionare, il successo potrebbe spingere gli amministratori a chiedere la licenza per celebrare il rito civile. E allora anche le coppie gay potrebbero sposarsi a Mey. Con buona pace della Regina Madre.
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