Sono rimasti delusi Maurizio Cecconi e il suo compagno Tomas Kutinjac (in foto), i due ragazzi di Bologna che avevano chiesto al loro Sindaco Flavio Delbono di sposarli. «Non ci aspettavamo certo che dopo aver ricevuto la lettera Delbono ci telefonasse per dirci "correte che vi sposo" ma che ci dicesse "parliamone"». Il Sindaco ha riposto alla richiesta dei due giovani facendo però riferimento al fatto che quella del matrimonio è una materia nazionale su cui non lui, come Sindaco, non può certo intervenire, ignorando così la richiesta di celebrare nozze puramente simboliche.
L’idea di Maurizio, esponente dell’Arcigay Nazionale, e Tomas, di origine croata a da sette anni in Italia, era nata dopo l’annuncio del Sindaco Sergio Chiamparino di unire in matrimonio simbolicamente due donne della sua città. «Qualche giorno fa – racconta Maurizio – abbiamo letto questa notizia e abbiamo ragionato sul fatto che l’esponente del Pd, è comunque un moderato, ma la decisione che ha preso è molto importante da un punto di vista politico.»
A sostegno della richiesta dei due ragazzi, erano intervenuti anche i genitori di Maurizio con un’altra lettera indirizzata sempre a Delbono. «Io ho quattro figli, ma Maurizio è l’unico che si vuole sposare. Gli altri sono eterosessuali e convivono per scelta, per Maurizio e Tomas invece non c’è altra alternativa, questo non è giusto perché sono proprio loro i più romantici, io e le mie amiche invidiamo la loro tenerezza». Brunella Poli e Mauro Cecconi hanno sempre sfilato ai Gay Pride, e sono quindi abituati a rivendicare con forza i diritti per il figlio, ma hanno tenuto a precisare che «Anche alle nonne e alle zie farebbe piacere».
Anche Paolo Patanè, anche lui con una lettera al Sindaco. «Mi permetto – si legge nella lettera – di chiedere al Sindaco di una città che nella storia ha avuto la capacità di sfidare l’ingiustizia e di essere grande ed eroica nella Resistenza, nella lotta al terrorismo, nell’affermazione di un sistema sociale più equo e nel sostegno ai diritti civili, di compiere un gesto autentico di equità e di partecipare ad una battaglia che verrà ricordata come una pagina importante della nostra civiltà politica e giuridica».
L’iniziativa del Sindaco di Torino sembra aver scatenato anche un’altra reazione, ben più drastica. Una coppia di savonesi, Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia (in foto), hanno chiesto di sposarsi in Comune e hanno preannunciato che dal prossimo 4 gennaio inzieranno uno sciopero della fame se le istituzioni italiane non interverranno con forza ed immediatezza «per abbattere – si legge in una lettera inviata al presidente della Repubblica, ai senatori e ai deputati – un muro di pregiudizio e discriminazione impensabile alle porte del 2010, impensabile soprattutto se viene considerato in un contesto europeo che da anni lo ha abbattuto». I due erano stati ospiti della trasmissione di Barbara d’Urso Domenica5 per un dibattito poi degenerato nella solita rissa televisiva.
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