Un notaio di Torino ha fatto sapere che nel suo studio “è stato firmato, per la prima volta in Italia il contratto di unione civile”. A firmare il documento, una giovane coppia di Castiglione Torinese. Si tratta di “un accordo tra conviventi in grado di produrre una buona parte degli effetti che si realizzerebbero se i due fossero sposati”, ha spiegato il notaio, Remo Bassetti, che “dal punto di vista economico ha come novità assoluta la possibilità di attribuire diritti immobiliari all’interno del contratto”. Secondo il notaio, comunque, gli effetti non sarebbero meramente economici, ma anche sociali perché può essere stipulato anche da persone dello stesso sesso. Un contratto particolare che prevede anche “una parte narrativa in cui i conviventi raccontano con linguaggio semplice intenzioni e obiettivi”, il senso che la coppia vuole attribuire agli anni che si accinge a vivere insieme.
Nella coppia che ha firmato il primo di questi contratti pensati dal notaio torinese, formata da un ragazzo e una ragazza, è inclusa anche la volontà di lei di prendersi cura della sorella di lui. “In effetti nel loro contratto – spiega Bassetti – c’è scritto che “è nelle convinzioni etiche di entrambi che la convivenza comporta la solidarietà familiare allargata'” e persino che solo “verificando se sono d’accordo su come possono essere uno di sostegno all’altro all’amore si abbina la piena, reciproca responsabilità”. Un contratto che, secondo Bassetti, sarebbe addirittura “alternativo al matrimonio”.
A fare chiarezza sulla vicenda interviene il circolo Arcigay di Torino che precisa che “seppur all’interno di un atto privato possono essere contenute alcune clausole che tutelino i contraenti, non esiste un atto notarile assimilabile al matrimonio”. “Noi portiamo avanti una richiesta altra – spiega il presidente Marco Giusta -, ovvero il riconoscimento pubblico delle nostre relazioni secondo il principio costituzionale di uguaglianza formale e sostanziale opponibile “erga omnes”. Quello in questione è, invece, un atto tra privati. Restiamo quindi in attesa che il parlamento svolga il proprio dovere normando quanto prima le unioni omosessuali e le loro famiglie, attraverso l’accesso all’istituto matrimoniale egualitario”.
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