Nuova Zelanda, il parlamento chiede scusa per le condanne causa ‘omosessualità’

Dopo decenni d'attesa, le scuse ufficiali.

regno unito
Il Regno Unito apre alla grazia per tutte le persone in passato condannate per omosessualità
< 1 min. di lettura

Una legge approvata all’unanimità dal governo neozelandese permetterà ai diretti interessati, o ai loro familiari nel caso in cui fossero morti, di chiedere la cancellazione delle proprie condanne causa ‘omosessualità’.

La legge è nata grazie ad una petizione di Wiremu Demchick, nel 2016 in grado di raccogliere oltre 1.200 firme. Durante il dibattito parlamentare Grant Robinson, ministro delle finanze apertamente gay, ha dichiarato: “Cerchiamo di essere chiari. L’illegalità nei confronti dell’omosessualità, gli arresti e la paura di quel accadeva non solo ha rovinato centinaie di vite: ha ucciso persone”. “Centinaia o forse migliaia di vite sono andate perse perché gli uomini non potevano sopportare la vergogna, lo stigma, il dolore causato da questo Parlamento e il modo in cui la società li considerava criminali. È per tutto questo che dobbiamo scusarci, come governo e come Parlamento, per quegli uomini che sono ancora vivi, per quelli che sono morti e per le loro famiglie“.

Nonostante le scuse e la cancellazione dei ‘reati’, le vittime non riceveranno alcun compenso. Il ministro della Giustizia, Andrew Little, ha riferito al parlamento che il risarcimento sarebbe “troppo difficile” da sostenere.

Voglio anche parlare a quegli omosessuali che non sono stati condannati, ma che hanno vissuto la discriminazione, l’odio omofobo e lo stigma“, ha concluso Demchick. “Dobbiamo a tutti voi delle scuse. Che voi siate stati condannati o no, questa legge era sbagliata e ha peggiorato le vostre vite“.

La criminalizzazione dell’omosessualità è esistita in Nuova Zelanda fino al 1986. Nel 2004 sono state approvate le unioni civili in luogo delle prime leggi anti-discriminazione del 1993. L’adozione da parte di coppie omosessuali è legale dal 2007.  Dal 2013 è legale il matrimonio egualitario.

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